Scopri, impara e cresci

Biancaneve

C’era una volta una dolce regina che amava ricamare accanto a una finestra con la cornice d’ebano. Quel giorno la neve aveva ricoperto campi e boschi di un candido manto, e grossi fiocchi danzavano nell’aria… “Oh, che meraviglia!” pensò la regina distraendosi dal suo ricamo e zic! si punse un dito e sul davanzale caddero tre gocce di sangue. “Potessi avere una bambina bianca come la neve, con le gote rosse come il sangue e i capelli neri come l’ebano!” sussurrò la regina.
Il suo desiderio venne presto esaudito, ma la regina morì nel dare alla luce la bella Biancaneve. Il re si risposò ma, ahimè, la donna che scelse era bella ma ambiziosa e crudele! Il suo unico confidente era uno specchio magico che interrogava ogni giorno: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”
“Sei tu di certo, regina mia bella, il tuo volto brilla come una stella!” era la risposta. Gli anni passarono e Biancaneve diventò una splendida fanciulla. Ciò non passò inosservato al fedele specchio della regina, che rivelò: “Oh, mia regina cara, ora è Biancaneve la ragazza più bella e rara!” Figuratevi la gelosia della matrigna! Fece chiamare un cacciatore e gli ordinò: “Porta nel bosco Biancaneve e uccidila!” L’uomo portò la fanciulla nel folto del bosco, ma di fronte al suo sguardo dolce e implorante non se la sentì di farle del male e la lasciò scappare lontano.
Arrivò la sera, e Biancaneve, stanca e affamata, raggiunse una minuscola casetta. Aprì pian piano la porta e vide una tavola apparecchiata con sette piattini, sette bicchierini e sette cucchiaini. In fondo alla stanza, c’erano sette lettini. Biancaneve vi si sdraiò sopra e si addormentò.
A notte fonda i padroni di casa fecero ritorno: erano sette nani che lavoravano in una miniera di diamanti. Come rimasero stupiti nel vedere un fanciulla tanto bella dormire profondamente sui lettini! “Sst!” disse il più anziano. “Lasciamola dormire. Domani sapremo tutto”. L’indomani, di buonora, Biancaneve si svegliò, si scusò con i nanetti per la sua intrusione e raccontò loro la sua storia. “Benvenuta nella tua nuova casa” disse il nano più anziano. “Se rimarrai qui, farai di noi i nani più felici del mondo!”
“Si, si” aggiunse il più giovane. “Ci faremo tanta compagnia e giocheremo insieme!” “Accetto, amici” ringraziò Biancaneve. “Devi solo farci una promessa” continuò il nano più vecchio. “In nostra assenza non devi aprire la porta di casa a nessuno. La tua matrigna potrebbe raggiungerti…” Il nano aveva ragione. La regina, infatti, venuta a conoscenza della nuova vita della sua rivale, aveva già escogitato il modo di eliminarla. Travestita da mendicante, una mattina, si inoltrò nel bosco alla ricerca della casetta dei nani. La trovò facilmente e bussò alla porta gridando: “Cinture dai mille colori!” Biancaneve aprì.
“Oh, che vitino da vespa!” esclamò la falsa mendicante. “Ho io la cintura che fa per te.” La fanciulla si avvicinò e la matrigna le allacciò la cintura stretta, ma così stretta che Biancaneve cadde a terra svenuta. Poco dopo giunsero i nani, giusto in tempo per salvare l’amica. “Biancaneve!” la sgridarono.”Quella era la tua matrigna!” Ma l’indomani, la fanciulla addentò una sugosissima mela rossa, offertale da una gentile vecchina. Ovviamente la vecchia era la malvagia regina, e il frutto era avvelenato! E così, dopo il primo morso, Biancaneve cadde a terra come morta. Al ritorno, i nanetti fecero di tutto per rianimare la poverina, ma invano.
La regina era riuscita nel suo intento? La povera Biancaneve venne adagiata in una bara di cristallo, e i bravi nanetti decisero di vegliarla giorno e notte.
Un giorno, un principe che passava di lì a cavallo vide la bella Biancaneve e se ne innamorò perdutamente. I nani si commossero nel vedere il principe così disperato, e decisero di assecondare il suo desiderio.
“Vi prego, amici, lasciatemela portare via. Avrò sempre cura di lei”.
“Ti aiuteremo a portarla a valle” proposero i nanetti. E così, con la bara in spalla, scesero giù per il ripido pendio. Ma il nano più giovane mise un piede in fallo e inciampò. Oh meraviglia!
Il boccone di mela che Biancaneve aveva ancora in gola saltò fuori, e la fanciulla si risvegliò come d’incanto.
Il principe abbracciò la ragazza e le chiese: “Vuoi diventare la mia sposa?” Biancaneve accettò e i nanetti improvvisarono un balletto per festeggiare l’avvenimento. E la regina? Scoppiò di rabbia quando seppe che la sua figliastra era viva, sempre più bella e felice.

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