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Cappuccetto Rosso

C’era una volta una bambina buona e bella e tutti le volevano un gran bene. La sua nonna le aveva regalato una graziosa mantellina rossa con il cappuccio e da allora la bimba venne chiamata Cappuccetto Rosso. Un giorno, la mamma chiamò Cappuccetto Rosso: “Senti, tesoro” disse “la nonna si è buscata un brutto raffreddore. Portale questo cestino con la merenda. Ci son focaccine, frutta, burro fresco, marmellata e sciroppo. Attenta però ad attraversare il bosco, non fermarti a parlare con nessuno.”
La nonna abitava infatti in una casetta lontana due miglia dal villaggio. Cappuccetto baciò la mamma e via sul sentiero, saltellando col cuore allegro.
La bimba non aveva alcuna paura, conosceva molto bene il bosco, e poi in lontananza si sentiva il rumore delle accette dei taglialegna.
La giornata era stupenda… ma, improvvisamente, un grande lupo dal pelo lungo e nero sbucò fuori dal folto. “Ciao, bella bambina” disse con un vocione grosso grosso. “Come ti chiami e dove stai andando così di buonora?”
“Mi chiamo Cappuccetto Rosso” rispose lei educata, sorridendo. Non aveva mai incontrato un lupo prima di allora, e non sapeva quanto potesse essere pericoloso. “Vado dalla mia nonna, che abita laggiù, nella casetta bianca e rosa in fondo a questo sentiero, e le porto la merenda.” “Mmmh” pensò il lupo. “Che affare: due in un colpo solo, nonna e nipote, questa è la volta buona che faccio il pieno per un mese… ma devo agire con prudenza!” “Senti, Cappuccetto” disse allora con voce alta e mielosa “che ne diresti se facciamo una gara io e te? Conosco un altro sentiero, vediamo un po’ chi fa prima dei due ad arrivare alla casa della tua nonna.”
“Va bene” rispose Cappuccetto Rosso. “Tanto questo è il sentiero più veloce.” Ma il lupo, senza nemmeno ascoltare le ultime parole della bambina, era già corso via a quattro zampe e, naturalmente, in un batter d’occhio si trovò davanti alla casetta bianca e rosa della nonna.
Si fermò, riprese fiato e bussò piano piano alla porta… toc toc toc!
“Chi è?” fece la debole voce della nonna. “Sono Cappuccetto Rosso, nonnina. Son qui con la merenda” disse quel malandrino. La nonna, un po’ sorda, non si accorse di nulla: “Tira il saliscendi ed entra!” Il lupo non se lo fece ripetere due volte, con un balzo fu dentro, non diede alla poveretta neanche il tempo di dire un “amen” e se la divorò in un boccone. Poi, si calò in testa la cuffia da notte della vecchina, inforcò i suoi occhiali e si cacciò sotto le coperte, in attesa della bimba.
Non dovette attendere molto; poco dopo infatti, sentì battere alla porta.
“Chi è?” disse il lupo con voce rauca. “Son Cappuccetto Rosso, nonna.”
“Tira il saliscendi ed entra!”
Cappuccetto entrò nella stanza in penombra, si avvicinò al letto e disse: “Ma nonna, che brutta voce hai, così grossa…”
“Ehm, è per parlarti meglio, bimba mia.” “E che occhi grandi hai…”
“Sono per guardarti meglio, piccola mia.” “E che braccia lunghe e nere hai…” “Sono per stringerti meglio, gioia mia.”
“E… che bocca grande hai…”
“È per mangiarti meglio! Aahm!” e saltando fuori dal letto il lupaccio divorò Cappuccetto Rosso in un boccone.
Ora sì che era sazio, e che sonno aveva! Così, per digerire in pace, il lupo si sdraiò di nuovo nel letto, e cadde addormentato.
E russava talmente forte che i vetri della finestra cominciarono a tremare.
Quel frastuono richiamò l’attenzione di un cacciatore: “Ma che strano, non vorrei che la nonnina si sentisse male” pensò preoccupato. “Meglio dare un’ occhiata.”
E quale non fu il suo stupore quando, entrando nella casa, vide il lupo disteso nel letto.
“Guarda un po’ il disgraziato, ora lo concio io per le feste!” Tirò fuori un coltellaccio lungo e affilato e… zac, con un colpo deciso tagliò la pancia del lupo e… saltarono fuori Cappuccetto Rosso e la nonna, mezze soffocate ma sane e salve.
Non vi dico lo stupore del cacciatore e la felicità della bimba e della nonna!
Il cacciatore poi sparò al lupo, e se lo caricò in spalla soddisfatto: era stata una buona caccia.
Nonna e nipote si abbracciarono forte forte, e Cappuccetto Rosso promise solennemente che non si sarebbe mai più fermata nel bosco a parlare con gli sconosciuti.