Il pittore fiorentino Cenni di Pepo, detto Cimabue, fu attivo tra la seconda metà del XIII…
Il pittore fiorentino Cenni di Pepo, detto Cimabue, fu attivo tra la seconda metà del XIII e i primi anni del XIV secolo.
Molto scarsa è la documentazione certa sulla sua vita e sulle sue opere. Le due date della nascita e della morte (1240-1300), tramandateci dal Vasari, sono poco attendibili. Esiste un documento in Santa Maria Maggiore in Roma del 1272 che non solo ci dimostra la presenza di Cimabue nell’Urbe a quella data, ma ce lo presenta attivo nella sua arte e quindi piuttosto maturo, tanto da farci pensare a una data di nascita non posteriore al 1250.
Non è rimasta alcuna opera a testimonianza di questa sua permanenza a Roma, ma indubbiamente avvenne un contatto con la scuola romana che in quel momento esprimeva artisti come Iacopo Torriti e Pietro Cavallini, con i quali Cimabue avrà anche più tardi, ad Assisi, scambi culturali e stilistici.
Una serie di atti di pagamenti dal 2 settembre 1301 al 19 febbraio 1302 accerta che il Cimabue stava in quell’epoca lavorando al mosaico absidale del duomo di Pisa, dove aveva eseguito la figura di san Giovanni evangelista. Questa pertanto rimane l’unica opera sicuramente documentata e datata del maestro.
Esiste poi la citazione di Dante che lo descrive come vivente e sappiamo che il poeta si riferisce, nella Divina Commedia, alla situazione della settimana santa del 1300. Dopo il 1302 non si hanno più notizie o documenti sul pittore, il che ci fa collocare la sua morte nei primissimi anni del secolo.
L’attività di Cimabue nellabasilica di San Francesco ad Assisi va fatta risalire a un’epoca compresa tra il 1280 e il 1290, il che è accreditato dalla presenza di simboli presenti nella sua pittura quali ad esempio gli stemmi della famiglia Orsini al cui casato apparteneva il papa Niccolò III (regnante dal 1277 al 1280).
Il Vasari parla di un apprendistato di Cimabue presso i pittori «greci» (bizantini) che operavano alla metà del secolo in Santa Maria Novella. Tuttavia, la cultura di Cimabue non è soltanto bizantina, ma ha radici negli aspetti più occidentali del Duecento fiorentino come si manifestano in Giunta Pisano (Crocifisso di Arezzo) o Coppo di Marcovaldo: la linea incisiva del contorno, il rapporto tra la massa della figura incatenata al piano di fondo e la tridimensionalità dei piani.
Gli studiosi proprio dall’esame dello stile hanno individuato le opere certamente attribuibili a Cimabue: collaborazione ai mosaici della cupola del battistero di Firenze; Crocifisso di San Domenico ad Arezzo; Maestà di Santa Trinita; Maestà di San Francesco a Pisa (ora al Louvre); affreschi della basilica superiore di San Francesco ad Assisi (1288-90), dove dipinse i quattro Evangelisti delle vele della volta del presbiterio e, sulle pareti del transetto, le Storie apocalittiche e la Crocifissione; Crocifisso di Santa Croce; Maestà con san Francesco (basilica inferiore di Assisi); San Giovanni evangelista nel duomo di Pisa.