La posizione e la forma dei continenti, così come li conosciamo oggi, sono il risultato di lenti e grandiosi spostamenti…
La posizione e la forma dei continenti, così come li conosciamo oggi, sono il risultato di lenti e grandiosi spostamenti che nel corso delle ere geologiche hanno coinvolto, ora separandole, ora unendole, le grandi masse continentali: tale lento spostamento prende il nome di deriva dei continenti. Fu lo studioso tedesco Alfred Wegener ad enunciare per la prima volta, intorno al 1915, questa teoria, poi confermata da ricerche geologiche e geografiche.
Duecentomilioni di anni fa tutte le terre emerse dal mare erano unite a formare un supercontinente, chiamato Pangea, circondato da un’unica grande massa d’acqua, detta Panthalassa, in cui si distingueva un solo mare interno, la Tetide, che si insinuava tra le aree corrispondenti alle odierne Africa e Asia. Successivamente, circa venti milioni di anni dopo, in seguito a una prima spaccatura, il Nordamerica si staccò dall’ Africa, provocando in pratica la spaccatura della Pangea in due supercontinenti cui furono dati i nomi di Laurasia, a nord, e Gondwana a sud; un’ulteriore spaccatura provocò il distacco dell’India e dell’Antartide dal Gondwana, mentre il mare di Tetide iniziava il suo lento processo di restringimento. Circa 135 milioni di anni fa, in seguito all’ampliamento delle prime due fratture, si formarono i primi nuclei dell’oceano Atlantico e di quello Indiano; contemporaneamente Gondwana e Laurasia si spaccarono ulteriormente in due e l’India continuava il suo spostamento verso nord. Circa 65 milioni di anni la configurazione dei continenti cominciava ad assumere la fisionomia di oggi: il Sudamerica si era completamente staccato dall’Africa e anche il Nordamerica era pronto a staccarsi dall’Europa; il mare di Tetide era ormai praticamente scomparso, mentre l’India era sempre più vicina all’Asia. Il Madagascar vicino alle coste dell’Africa e l’Australia, spostandosi, si staccava dall’Antartide.Gli ultimi spostamenti in ordine di tempo (ma non definitivi, in quanto i lentissimi spostamenti continuano ancora) furono quelli che hanno portato all’assetto attuale: le due Americhe si sono ricongiunte, il Nordamerica completamente separato dall’Europa, la formazione della Groenlandia, l’India unita all’Asia e la definitiva separazione dell’Australia dall’Antartide.
La frammentazione della primitiva Pangea nei continenti attuali, la formazione delle montagne e dei mari hanno avuto ovviamente profondi influssi sul clima della terra e quindi sulla flora e sulla fauna; e l’attuale distribuzione degli animali e delle piante sul pianeta è il risultato sia della forma e delle dimensioni delle terre emerse nel passato, sia della fusione o del distacco delle masse continentali tra loro; la deriva dei continenti permette di spiegare anche alcuni «misteri» della natura: perché sono stati ritrovati resti fossili di Dinosauri molto simili o uguali in regioni assai lontane tra loro (Sudafrica e Sudamerica), perché le piante Cactacee hanno ancor oggi una distribuzione che corrisponde al Gondwana del passato; perché il distacco precoce di grandi isole/continenti solitari come l’Australia e il Madagascar, prima della diffusione dei Mammiferi moderni, ha consentito a gruppi di Mammiferi primitivi (Monotremi, Marsupiali e Lemuri) di sopravvivere sino ad oggi, unitamente anche a una flora dalle caratteristiche molto arcaiche.
Anche gli studi oceanografici hanno confermato la teoria di Wegener : con le moderne tecniche di ecoscandaglio si sono individuate sui fondali marini una grande catena montuosa tra Africa e America meridionale (dorsale medioatlantica) parte di una catena molto più lunga (dorsale medioceanica) che attraversa tutti gli oceani. Questa scoperta, unitamente ad altre sui fondali oceanici, ha dato la possibilità di elaborare una teoria più complessa, in grado di spiegare tutti i movimenti della crosta terrestre in superficie (confermando la teoria della deriva dei continenti) e in profondità, dando origine alla teoria della tettonica a zolle.