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Effetto serra

Con l’espressione effetto serra si indica l’innalzamento della temperatura media terrestre…

Con l’espressione effetto serra si indica l’innalzamento della temperatura media terrestre prodotto dall’immissione nell’atmosfera di ingenti e crescenti quantitativi di anidride carbonica che, in determinate quantità,  funziona come il vetro di una serra, cioè lascia passare la luce solare che entra nell’atmosfera, ma blocca il calore in uscita, che è sottoforma di radiazione infrarossa.

L’energia radiante così intrappolata tende a riscaldare la superficie terrestre, alterando in misura più o meno accentuata il clima del pianeta.
Sulla terra l’alternarsi del giorno e della notte porta a un continuo susseguirsi di riscaldamenti e raffreddamenti, ma è soprattutto durante la notte che normalmente la radiazione infrarossa abbandona la terra per disperdersi negli spazi cosmici; se però il calore non riesce più a sfuggire dall’atmosfera terrestre, si accumula e  fa innalzare la temperatura. L’anidride carbonica ha in realtà vari altri complici nel bloccare la radiazione infrarossa: il metano, per esempio, è un altro gas serra, la cui concentrazione atmosferica sta rapidamente aumentando; gli ossidi di azoto emessi nelle combustioni e dai terreni trattati con i fertilizzanti, i clorofluorocarburi, dotati della stessa efficacia dell’anidride carbonica nell’intrappolare il calore.

Le conseguenze dell’effetto serra non si fermano alle fluttuazioni climatiche più violente o al mutare della mappa delle precipitazioni, ma provocheranno cambiamenti di portata imprevedibile nell’equilibrio degli ecosistemi: le foreste saranno a rischio, la capacità dei terreni agricoli diminuirà e le calotte polari si scalderanno; è infatti inevitabile che, con l’aumento della temperatura i ghiacci cominceranno a sciogliersi provocando un  innalzamento del livello dei mari che a loro volta potrebbero  già alzarsi anche per effetto dell’espansione termica (ogni liquido, quando viene scaldato, tende infatti a occupare un volume maggiore); nella ricerca di spazio, il livello crescerà, andando a ridisegnare la linea della costa; se si considera che lungo le coste vive un miliardo di persone e si trova il 30% di tutti i terreni coltivati, un innalzamento come quello previsto potrebbe rivelarsi catastrofico, specie se unito a fluttuazioni climatiche più marcate, quali tempeste e uragani.

Uno degli enigmi che ancora gli scienziati non hanno risolto, a proposito dell’effetto serra, riguarda l’anidride carbonica emessa bruciando i combustibili fossili. Soltanto la metà del Co2 che immettiamo ogni anno rimane nell’atmosfera, l’altra metà finisce in qualche deposito misterioso che, secondo recenti ipotesi, potrebbe essere localizzato negli strati più profondi degli oceani, dove questo gas viene disciolto grazie ai vari meccanismi.
Il principale è la cosiddetta «pompa biologica», l’assorbimento della Co2 da parte del plancton che poi morendo precipita verso il fondo; in questa discesa verso gli abissi, i microrganismi morti subiscono vari processi, con il risultato di arricchire le acque circostanti di anidride carbonica. Da alcune misure sembra che gli strati profondi dell’oceano siano già saturi, ma fortunatamente le acque profonde sono tenute in basso da un coperchio di acque superficiali più calde e leggere e quindi le risalite di anidride carbonica sono rare.

Secondo gli scienziati della NASA il rapporto tra effetto serra e riscaldamento del pianeta è sicuro al 99%, e se la tendenza all’aumento si manterrà, è stato previsto che tra il 2030 e il 2050 le temperature medie potrebbero essere maggiori di 2-5° C rispetto a quelle degli anni Ottanta.

I mutamenti climatici indotti dall’effetto serra rendono ancora più difficile il compito di chi deve costruire i modelli climatici dell’ecosistema terrestre per fare delle previsioni, anche perché il comportamento di sistemi come l’oceano e l’atmosfera non è regolare e ciò rende impossibili le previsioni in un futuro più o meno lontano.