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Fermi, Enrico

Fisico italiano (Roma 1901 – Chicago 1954).

Fisico italiano (Roma 1901 – Chicago 1954). Figlio di un funzionario del Ministero delle comunicazioni, fin dalla tenera età mostrò una grande inclinazione per la fisica. Laureatosi a Pisa nel 1922 con una tesi sperimentale sui raggi X, si recò successivamente con borse di studio a Gottinga presso Max Born e a Leyda presso Paulus Ehrenfest per studiarvi statistica. Nel biennio 1924-1926 insegnò fisica matematica e meccanica razionale all’Università di Firenze.
Nel 1926, grazie all’interessamento di Orso Mario Corbino, ottenne la cattedra di fisica teorica all’Università di Roma. Qui entrò a far parte del gruppo di giovani tra i quali figuravano alcuni dei migliori fisici italiani dell’epoca (Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, Bruno Pontecorvo, Emilio Segré) e partecipò ai risultati compiuti da questo gruppo nel campo della produzione della radioattività artificiale. Nel 1934 elaborò la teoria del decadimento beta, in cui si prevedeva il comportamento del neutrino già previsto da Wolfgang Pauli; questo è forse uno dei maggiori contributi di Fermi alla fisica.
Nel 1938 gli fu assegnato il premio Nobel per le sue ricerche sul comportamento dei neutroni; nell’ottobre dello stesso anno si rifugiò negli Usa per ragioni politiche (la moglie era infatti di religione ebraica) e insegnò alla Columbia University e all’Istituto di fisica nucleare di Chicago. Precedentemente, nel 1944, era stato chiamato in qualità di consulente nel centro di Los Alamos per lo sviluppo del programma atomico statunitense. Nel 1954, dopo un periodo trascorso in Italia per insegnare fisica nucleare alla Scuola estiva di Varenna (Como), tornò a Chicago dove, nell’ottobre dello stesso anno, morì colpito da un male inesorabile. 

Le attività scientifiche e didattiche di Fermi furono molteplici. Esordì con lavori di meccanica e di elettrodinamica relativistica, diede una nuova formulazione alla teoria della radiazione di Paul Adrien Maurice Dirac, studiò un nuovo modello di statistica e l’applicò con successo per descrivere un modello atomico, chiamato poi «di Fermi-Thomas». Si dedicò all’interpretazione teorica dell’effetto Raman nei cristalli e delle strutture iperfine degli spettri ottici. Passato nel 1939 dalla fisica atomica a quella nucleare, propose una geniale teoria per interpretare i decadimenti beta di alcuni nuclei radioattivi, scoprì la radioattività artificiale indotta dai neutroni sui nuclei e ne studiò il rallentamento da parte di sostanze idrogenate e di elementi leggeri.
Negli Usa, con Herbert Anderson e Walter Zinn, mise in funzione la prima pila atomica della storia. Scrisse numerose opere di carattere didattico tra le quali si ricordano Introduzione alla fisica atomica (1928), Molecole e cristalli (1934), Thermodynamics (1937) e Elementary particles (1951). Negli ultimi anni si dedicò intensamente allo studio della radiazione cosmica.