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Enrico VIII d’Inghilterra

Enrico VIII (Greenwich 1491 – ? 1547). Re d’Inghilterra.

Enrico VIII (Greenwich 1491 – ? 1547). Re d’Inghilterra. Figlio di Enrico VII e di Elisabetta di York, fu educato da umanisti, tra cui il poeta J. Skelton. Nel 1502, per la morte del fratello Arturo, divenne erede al trono: salitovi nel 1509, sposò la vedova di quello Caterina d’Aragona.

Affidato il governo a R. Fox e all’arcivescovo William Warham, nel 1511 fu spinto dal suocero Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, e dal consigliere Thomas Wolsey alla guerra con la Francia: si unì alla Lega Santa indetta da Giulio II, nel 1513 passò la Manica e sconfisse i Francesi a Guinegatte. Nel 1514 E. concluse una pace separata con Luigi XII, che sposò sua sorella Maria; l’anno seguente si riavvicinò al suocero Ferdinando; morto questi nel 1516 e l’imperatore Massimiliano nel 1519, Carlo V, loro erede, ottenne l’alleanza di E. nella guerra contro Francesco I di Francia (alleanza di Gravelines, 10 luglio 1520).
Da vari anni era al potere il ministro Wolsey, che perseguiva una politica di rafforzamento dell’assolutismo ai danni del parlamento, ma questo nel 1523 negò nuovi sussidi per la guerra contro la Francia, con la quale perciò l’Inghilterra dovette, nel 1524, iniziare negoziati. La vittoria di Pavia nel 1525 mise Carlo V in posizione di forza rispetto a E., che non poteva continuare la guerra in Francia per l’opposizione popolare all’Amicable Grant, prestito forzoso lanciato dal Wolsey. Essendosi Carlo V rifiutato dì sposare la figlia di E. Maria (futura regina), questi si trovò davanti il problema della successione: non avendo figli maschi legittimi e nessuna donna essendo mai stata ancora regina, invaghitosi di Anna Bolena, chiese al Papa Clemente VII l’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona (a esso si opponeva lo zio di lei, Carlo V); la causa si trascinò, finché il Papa la avocò a Roma (1529). Allora E. licenziò il Wolsey. Iniziò così, accanto al trionfo del partito antipapale, l’attacco di E. alla Chiesa cattolica, appoggiandosi al parlamento attraverso Thomas Cromwell, che dal 1534 fu primo ministro: Del 1530 E. colpì le rendite e i benefici ecclesiastici; nel 1533, con l’Act of Appeals, vietò ogni appello a Roma; nel 1534 fece approvare dal parlamento l’Act of Supremacy, con cui diveniva unico e supremo capo della Chiesa d’Inghilterra. Inoltre sostituì con funzionari laici quelli ecclesiastici. Grande organizzatore della Chiesa anglicana fu l’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, che nel 1533 aveva annullato il primo matrimonio di E. e incoronato Anna Bolena (nasceva poco dopo Elisabetta).
Il distacco da Roma divenne definitivo quando, nel 1535, condannò a morte Sir Thomas More e il vescovo Fisher; ma la riforma non toccò tanto il campo dottrinale quanto quello disciplinare, creando un clero nazionale strettamente dipendente dal potere politico. La soppressione dei monasteri attuata nel 1536 e più radicalmente nel 1539, dopo la rivolta del Pilgrimage of Grace, portò enormi beni alla corona. Nel 1536 Anna Bolena, colpevole di non aver avuto un maschio, fu condannata a morte per adulterio e E. sposò Jane Seymour, che morì pochi giorni dopo la nascita di Edoardo.
Dopo un certo avvicinamento al protestantesimo e ai principi tedeschi, realizzato sotto l’influsso del Cromwell, E., soprattutto per il pericolo che le chiese riformate rappresentavano per l’assolutismo politico, con l’Act of Six Articles (1539) stabilì la teologia anglicana sulla base di quella cattolica, comminando la pena di morte a chi negasse la comunione, la transustanziazione, il celibato dei preti. Nel 1540 E., per effetto della politica filoprotestante del Cromwell, sposò Anna di Clèves, ma dopo pochi mesi la ripudiò e condannò a morte il Cromwell, sposando quindi Caterina Howard: ciò rappresentò il trionfo del partito cattolico e reazionario del vescovo Gardiner e del Norfolk e il momento delle maggiori persecuzioni religiose. Nel 1542 E. condannò a morte Caterina Howard e sposò Caterina Parr, tornando poi a un certo filoprotestantesimo; nello stesso anno domò la rivolta scozzese di Giacomo V, padre di Maria Stuarda, sconfiggendolo a Solway Moss; nel 1544 si alleò nuovamente con Carlo V e tolse Boulogne alla Francia, ma con questa concluse poi la pace (1546). Il regno di E. ebbe particolare importanza per la lotta alle superstiti autonomie feudali, per lo sviluppo dato alla flotta e al commercio, per il carattere nazionale impresso allo Stato monarchico. La riforma anglicana, che parve dover tramontare con gli immediati successori di E., i figli Edoardo VI e Maria la Sanguinaria, calvinista il primo e cattolica la seconda, venne invece consolidata dalla sua terza figlia, la regina Elisabetta I.