Condizione di intenso appagamento, benessere dato dal piacere o dalla realizzazione di un desiderio.
Condizione di intenso appagamento, benessere dato dal piacere o dalla realizzazione di un desiderio. È uno stato legato a un insieme di fattori temporanei. Oltre che al presente, la felicità può essere legata sia al futuro, come desiderio che determinate condizioni o eventi si realizzino, sia al passato, come ricordo di un evento, stato o condizione.
Nella storia della cultura, la felicità è stata messa in relazione con il raggiungimento di un particolare stato dell’intelletto umano o di una condizione morale. Nel primo caso, la felicità coincide con la saggezza, ossia con la conoscenza delle vicende umane, la loro comprensione e, infine, un atteggiamento di distacco e di accettazione.
Nel secondo, invece, la via per la felicità è individuata nella virtù, ossia nel comportamento onesto (etica), nel coltivare le più alte qualità umane, nel dominio delle passioni: questi due concetti sono presenti nella maggior parte degli autori classici, sia greci che romani. Tale motivo ebbe molta fortuna nel pensiero occidentale, e ancora nel XVIII secolo Kant identificò virtù e felicità. Tuttavia, tale condizione non è pienamente realizzabile nel corso della vita umana e dunque deve rimandare a una vita ultraterrena la cui continuità con la precedente è garantita dalla sopravvivenza dell’anima, cioè dalla sua immortalità.
A partire dalle considerazioni di Kant, le correnti romantiche ottocentesche hanno sottolineato, e talvolta esasperato, il concetto di felicità come limite ultimo e irraggiungibile, sul cui desiderio si fonda lo stato di insoddisfazione e inquietudine della vita umana. Con l’inizio della moderna speculazione psicologica, il concetto di felicità passa dalla sfera individuale a quella sociale e politica. Nell’Ottocento, Freud ha legato il concetto di felicità allo sviluppo della civiltà umana. Secondo lo psicologo, l’uomo primitivo godeva di maggiore felicità in quanto la sua civiltà imponeva molti meno limiti alle sue pulsioni inconsce. Al contrario, l’uomo civilizzato ha rinunciato a parte della sua felicità per godere di maggiore sicurezza.