Antico popolo semitico stanziato sulla costa orientale del Mediterraneo.
Antico popolo semitico stanziato sulla costa orientale del Mediterraneo.
Nel XIII secolo a.C., successivamente all’invasione dei popoli del mare, mentre le tribù ebraiche provenienti dall’entroterra iniziano la conquista di Canaan, i fenici acquistano la loro individualità di popolo, iniziando così la propria storia che si conclude, in Oriente, con la conquista di Tiro da parte di Alessandro Magno (332 a.C.) e, in Occidente, con la distruzione di Cartagine (146 a.C.).
Queste due date sono state utilizzate per indicare eventi storici di sostanziale rilevanza: da un lato l’ingresso della Fenicia nel mondo ellenistico, dall’altro la definitiva entrata dell’Africa settentrionale e della Spagna nell’orbita di quello romano. Organizzati in città‑stato che, di volta in volta, emergono e predominano sulle altre, soprattutto culturalmente ed economicamente, essi non riescono mai a fondersi in un’unica forte organizzazione statale. Agli inizi del I millennio a.C. Tiro detiene il primato sulle altre città, primato che trasmette a Sidone, quando nel 574 a.C. Nabucodonosor conquista la città. Da allora la Fenicia non sarà mai più indipendente. Nel 539 i persiani la includono, insieme con i restanti territori della Siria‑Palestina, nella quinta satrapia. Infine, nel 332, dopo un lungo e tenacissimo assedio, Tiro è messa a ferro e a fuoco da Alessandro.
Durante la loro attività di mercanti i fenici diffondono l’alfabeto, che è considerato una loro invenzione, e svolgono un’importante e imponente opera di colonizzazione nell’intero bacino del Mediterraneo. A Cartagine (colonia di Tiro fondata nel IX secolo a.C.) va la gran parte del merito di questa espansione verso Occidente, dove si trova a fronteggiare greci ed etruschi, creando un vastissimo impero commerciale, per la cui difesa giunge a minacciare a più riprese l’esistenza della stessa Roma, soprattutto nelle cosiddette guerre puniche.
Dio supremo del pantheon fenicio è Baal, che sembra succedere a El nel primato sulle altre divinità. Dio della fertilità, ha per sposa Astarte, dea della fertilità, dell’amore e della guerra. Ad Astarte si ricollega strettamente la figura di Adone, il giovane dio della vegetazione che muore e risorge, nel cui mito è chiaramente simboleggiato il ciclo dell’agricoltura. Accanto ad altre divinità cittadine che hanno il culto locale, diffusamente venerati sono taluni dei mesopotamici (Marduk, Nabu, Samas) ed egizi (particolare fortuna ha il culto di Bes). Non estranei alla religione fenicia sono il culto dei morti e la pratica del sacrificio umano, connesso con il culto della fertilità, la cui attestazione è indubbia soltanto per le epoche più antiche. In Occidente il dio supremo è Baal Hammon, al quale fanno da padre, in tempi successivi, rispettivamente Astarte e Tanit.
In ambito artistico i fenici, stanziati in una zona al punto di incontro delle grandi vie commerciali tra Europa, Asia e Africa, subiscono le forti influenze delle culture circostanti. Chiaramente impostata su modelli egizi, per esempio, è la concezione del tempio, che presenta un caratteristico susseguirsi di vani, da quello più esterno a quello più interno, più recondito e sacro.
Identica considerazione può farsi per i famosi piatti metallici decorati a sbalzo e per i sarcofagi antropomorfi di Sidone (V‑IV secolo a.C.), nei quali cominciano a notarsi evidenti influenze classiche. Caratteristici sono, invece, i vetri dai colori brillanti, gli avori, gli oggetti in metallo prezioso. La grande statuaria, come la pittura, è quasi del tutto assente, mentre numerose sono le statuette bronzee di destinazione votiva.