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Feudalesimo

Il feudalesimo è un tipo di organizzazione che si sviluppò nella società franca dell’alto medioevo…

Il feudalesimo è un tipo di organizzazione che si sviluppò nella società franca dell’alto medioevo e che si diffuse in tutti i paesi che direttamente o indirettamente subirono l’influenza di questo popolo. In genere, in tutte le popolazioni germaniche vi era il costume che i capi militari più in vista fossero circondati da persone legate a essi da un vincolo di fedeltà personale, rafforzato da un giuramento; agli inizi dell’VIII secolo Carlo Martello, avendo bisogno di una potente cavalleria per combattere i musulmani, provvide sistematicamente alla concessione vitalizia di beni fondiari (in genere appartenenti a enti ecclesiastici) a uomini fidati, che in cambio si impegnavano a essergli personalmente fedeli e a prestare il servizio militare.
Il grande sviluppo del feudalesimo si ebbe a partire dal IX secolo, quando alla testa delle circoscrizioni territoriali dello stato, contee e marche, furono posti dei fedeli, che quindi erano legati al sovrano non tanto dal rapporto funzionario‑capo dello stato quanto da quello vassallo‑signore; parallelamente, la pubblica funzione si trasformava in beneficio. Il processo fu complicato dall’introduzione della ereditarietà dei feudi, per cui si vennero a creare vere e proprie dinastie di feudatari, anzitutto di conti e di marchesi, mentre a loro volta questi feudatari maggiori, per assicurarsi anch’essi la fedeltà dei loro uomini, concedevano loro in suffeudo parte dei beni di cui avevano il godimento o dei redditi fiscali di cui spettava loro la riscossione.
Lo stesso facevano questi vassalli, valvassori, per cui a un certo punto tutta la società (o almeno le classi che maggiormente contavano) fu organizzata gerarchicamente e ognuno poteva contare solo sulla fedeltà dei suoi diretti vassalli. In realtà, il feudalesimo presentò questi caratteri così accentuati solo nel suo paese di origine, la Francia settentrionale, ma ovunque esso si presentò come una forza che tendeva a limitare il potere dell’autorità centrale e, ponendosi i rapporti politici su base contrattuale, si opponeva al fatto che sui titolari dei feudi gravassero obblighi maggiori di quelli stabiliti dalla consuetudine o fissati negli atti di concessione.
A partire dall’XI secolo, di fronte al sorgere della borghesia cittadina e alle maggiori forze di cui ora possono disporre i sovrani, per il feudalesimo inizia un periodo di decadenza o di evoluzione; in Italia i comuni assorbono gran parte dell’elemento feudale o costringono con la forza i feudatari più riottosi a riconoscere la loro autorità; in Francia e in Inghilterra sono i sovrani che, dopo lunghe e violente lotte, assoggettano la feudalità, mentre in Germania si ha un processo inverso, che porta alla trasformazione dei domini feudali in veri e propri stati territoriali.
Ma anche dopo la scomparsa delle sue funzioni politiche, la feudalità continuò a godere di numerosi privilegi economici che, dopo le riforme attuate nel Settecento dai sovrani illuministi, furono definitivamente eliminati solo con la rivoluzione francese.