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Fiori e frutti

Le piante con i fiori e con i frutti sono le più evolute. Se ne contano circa 250.000 specie, ma in realtà nessuno sa con precisione quante siano davvero. Comprendono specie presenti nei nostri giardini, nei boschi, nei campi: sono le piante più diffuse e più utili all’uomo. Esse, infatti, forniscono la quasi totalità degli alimenti vegetali (legumi, cereali, ortaggi, frutta ecc.), il nutrimento per il bestiame, i legnami, le fibre tessili, principi attivi per i farmaci e altre sostanze.

Le piante con i fiori e con i frutti sono le più evolute. Se ne contano circa 250.000 specie, ma in realtà nessuno sa con precisione quante siano davvero. Comprendono specie presenti nei nostri giardini, nei boschi, nei campi: sono le piante più diffuse e più utili all’uomo. Esse, infatti, forniscono la quasi totalità degli alimenti vegetali (legumi, cereali, ortaggi, frutta ecc.), il nutrimento per il bestiame, i legnami, le fibre tessili, principi attivi per i farmaci e altre sostanze.

Stami e pistilli
Il fiore è l’organo riproduttore della pianta poiché è esso che produce i semi. La sua struttura può variare in base alla specie, ma la tipologia più diffusa è quella è quella provvista di una corona di petali colorati (corolla), avvolti da sepali che nel loro insieme formano il calice. I sepali si riconoscono bene quando il fiore è ancora in gemma: sono le speciali «foglioline» verdi che proteggono il bocciolo.
All’interno della corolla si trovano le parti più importanti del fiore: pistilli e stami. Il pistillo è l’organo femminile del fiore ed è circondato dagli stami, gli organi maschili. Per lo più i fiori portano contemporaneamente stami e pistilli, ma talvolta hanno soltanto o gli uni o gli altri. Gli stami sono filamenti sottili e lunghi con un rigonfiamento superiore, l’antera, che contiene il polline. Al contrario, il pistillo ha un rigonfiamento alla base, l’ovario, che si prolunga nello stilo, che a sua volta termina con una parte appiccicosa fatta apposta per trattenere il polline, lo stimma. Anche quando la «struttura esterna» del fiore (la corolla e il calice) non è del tutto uguale a quella descritta, stami e pistilli restano identici.

Colore e profumo… ma non sempre!
La riproduzione ha inizio con l’impollinazione: il polline è trasportato da un fiore all’altro, e quando raggiunge lo stimma «giusto» (cioè di un altro fiore della stessa specie!), raggiunge gli ovuli (presenti nell’ovario) passando attraverso lo stilo. A questo punto la cellula maschile e quella femminile si uniscono e avviene la fecondazione: si sviluppano così i semi, che potranno così riavviare il ciclo della pianta.
Il polline passa da un fiore all’altro grazie all’aiuto di tre diversi mezzi di trasporto: il vento, l’acqua corrente e gli animali, in particolare gli insetti. L’acqua e il vento non vedono e non sentono, ma gli animali possiedono vista, gusto e tatto: i fiori che si fanno impollinare dagli animali hanno perciò colori brillanti, oppure emanano particolari odori, o producono un gustoso nettare zuccherino. Al contrario, i fiori che si fanno impollinare da vento e acqua sono generalmente insignificanti nelle forme, nelle dimensioni e nei colori. Essi producono una grandissima quantità di polline, e ciò consente che almeno una piccola quantità di esso riesca a cadere sul fiore giusto.

Finalmente il frutto
Appena avvenuta la fecondazione, i petali e i sepali cadono, mentre il pistillo si gonfia con il crescere dei semi che racchiude. Per proteggere il preziosi contenuto, l’ovario si trasforma in frutto e assume l’aspetto di una ghianda o di qualcosa di succoso, come la susina o l’arancia.
Naturalmente, per far riavviare il ciclo vitale della pianta, occorre che il seme sia portato lontano dalla «madre». La disseminazione – così si chiama quest’opera di allontanamento – può verificarsi in diversi modi: i semi più leggeri o con «ali» possono essere trasportati dal vento; i semi dotati di uncini s’impigliano al pelo degli animali; i semi delle piante che crescono vicino all’acqua si affidano a essa per essere trasportati lontani dalla pianta madre; infine – e forse è il caso più frequente – i semi protetti da frutti «commestibili» vengono ingeriti dagli animali e poi espulsi attraverso gli escrementi. La bontà dei frutti serve anche a questo, a facilitare la diffusione del seme!
Quando infine il seme trova il terreno giusto può germogliare e dar vita ad una nuova piantina, che nei primissimi tempi sarà nutrita dal seme e dal frutto stesso.

 

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