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Fotografi senza saperlo: i paesaggisti romantici inglesi

Antesignani della prima fotografia di paesaggio, che della loro perizia approfittò per creare…

Antesignani della prima fotografia di paesaggio, che della loro perizia approfittò per creare una tecnica a metà strada tra quella fotografica e quella pittorica, i paesaggisti romantici inglesi hanno avuto il grande merito di guardare alla natura con un occhio freddo e attento al dettaglio. Con queste caratteristiche, pur temperate dalle atmosfere talvolta fiabesche tipiche della cultura romantica, essi hanno anticipato molte soluzioni fotografiche. I due massimi rappresentanti della pittura di paesaggio britannica dell’Ottocento sono stati Constable e Turner.

Figlio del proprietario di un mulino sulle rive dello Stour,John Constable (1776-1837) riportò da quel paesaggio un ricordo indelebile, a cui spesso fece riferimento nella sua vasta produzione. Trasferitosi a Londra, frequentò i corsi dell’Accademia reale, cominciando da subito a dipingere paesaggi. Il suo naturalismo esprime un concetto di natura sviluppato per lo più sullo studio delle variazioni della luce come elemento teso a unificare la visione. La sua opera, preludio alla pittura degli espressionisti, è un vero inno alla natura. Tra i suoi quadri più conosciuti si ricordano: 

Stratford Mill (1820),

 

Il campo di grano (1826)

e Casa romantica (1832), appartenente questo al periodo in cui l’artista si dedicò agli studi atmosferici con cieli luminosi e fogliame mosso.

William Turner (1775-1851), che ha fatto della natura un inesauribile repertorio di motivi, dall’opera dei suoi predecessori trasse una miniera di spunti, inventando un nuovo linguaggio pittorico incentrato sulla luce. Come Constable, anch’egli iniziò a dipingere all’Accademia reale, avvalendosi inoltre della lezione di acquerellisti come Cozens e della tradizione pittorica seicentesca olandese e francese (Claude Lorrain su tutti). Dopo un viaggio in Italia, Turner cominciò a introdurre nella sua pittura a olio gli effetti tipici dell’acquerello. Nel Naufragio (vedi prima foto a destra) e nel Lago d’Averno (1829) (vedi foto a sinistra) le cose appaiono fantasiosamente disposte e immerse in una luce nebulosa che le sfalda, trasformando la scena in un favoloso mondo romantico.

             

In seguito, la passione per la luce connotò sempre più il quadro e lo ridusse a un trionfo di bagliori dorati e rossastri caratterizzati da vibrazioni luminose (Pioggia, vapore e velocità, 1844).

A tali soluzioni si adattava bene l’acquerello, di cui il maestro si avvalse con eccezionale bravura fin dalla giovinezza e con cui dipinse visioni serene, ma anche virtuosistici scorci alpini.

La prima fotografia di paesaggio inglese e francese ha desunto da questi due artisti una notevole quantità di motivi, dagli effetti della luce a seconda delle fasi del giorno alla passione tutta nordica per la minuzia dei particolari. Non è esagerato affermare che senza la pittura di maestri come Constable e Turner non sarebbe esistita molta parte della fotografia di paesaggio di metà e fine XIX secolo.