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Gli anfibi

Gli anfibi sono vertebrati con caratteristiche biologiche comprese fra i pesci – da cui hanno avuto origine – e i rettili – a cui ha dato origine. Il loro nome significa infatti «doppia vita», sottolineando il fatto che essi conducono la loro esistenza in due modi molto diversi: come animali acquatici appena nati, come animali terrestri da adulti!

Gli anfibi sono vertebrati con caratteristiche biologiche comprese fra i pesci – da cui hanno avuto origine – e i rettili – a cui ha dato origine. Il loro nome significa infatti «doppia vita», sottolineando il fatto che essi conducono la loro esistenza in due modi molto diversi: come animali acquatici appena nati, come animali terrestri da adulti!

Importanti e poco conosciuto
Gli anfibi rappresentano dunque un anello di congiunzione fra il mondo acquatico e quello terrestre, e un passo in avanti sulla via dell’evoluzione animale. Le loro conquiste, quindi, sono di fondamentale importanza nella storia della vita sulla Terra. Tuttavia, costituiscono ancora un gruppo animale poco conosciuto dal grande pubblico: in realtà gli anfibi sono straordinariamente interessanti, in quanto testimonianze viventi di uno dei più grandiosi fenomeni del passato.
Non se ne contano tantissime specie: poco più di 2500, suddivisi in tre grandi gruppi in base alla coda e alle zampe: gli anuri – anfibi senza coda, come il rospo o la rana –, gli urudeli – anfibi con la coda –, gli apodi –anfibi senza zampe.

Fuori e dentro l’acqua
Per quasi tutti gli anfibi la prima parte della loro esistenza è strettamente legata all’acqua, ma non al mare, poiché non si conoscono anfibi marini. Molte specie, infatti, depongono le uova – da cui nasce un girino con le branchie – in acqua. Succede poi un delicato periodo in cui tutto si trasforma: l’anfibio compie la metamorfosi, cioè nel suo organismo avvengono profonde modificazioni che, in un paio di mesi, trasformano il girino in rana. Le branchie si riassorbono, si sviluppano i polmoni, e si modifica la circolazione sanguigna; tutto ciò allontana questi animali dai pesci e li avvicina ai rettili.
Tuttavia alcuni anfibi sono riusciti a staccarsi completamente dall’ambiente acquatico: è il caso, ad esempio, della salamandra nera, che vive sulle Alpi fino a 3000 metri di quota! Le femmine di questa specie, che è ovovivipara, partoriscono sul terreno da 2 a 4 piccoli già del tutto simili, nell’aspetto, all’adulto: la metamorfosi, quindi, avviene nel corpo materno.

Osserviamo una rana da vicino…
Occhio. L’occhio è protetto da due palpebre: quella superiore è corta e fissa, mentre quella inferiore, trasparente, arriva a ricoprire tutta la cornea.

Timpano. La membrana del timpano è a fior di pelle: infatti, manca l’orecchio esterno.

Bocca. La bocca di solito ha piccoli denti senza radice, che crescono di continuo. La lingua è molto mobile: è attaccata sul davanti della bocca e può essere proiettata rapidamente in fuori per catturare piccole prede.

Sacco vocale. È quello che permette alla rana di gracidare, ma in realtà è presente solo nei maschi di alcune specie; si rigonfia durante il «canto» e serve da cassa di risonanza per i suoni prodotti dalla laringe (ecco perché il gracidio delle rane è cosi sonoro!).

Cuore. È solo parzialmente diviso in parte destra (venosa) e sinistra (arteriosa). Ha un ventricolo unico, perciò il sangue venoso e quello arterioso finiscono per mescolarsi, e tutti gli organi ricevono così un sangue che non è mai perfettamente ossigenato.

Polmoni. I polmoni sono organi molto ridotti, poiché negli anfibi è più importante la respirazione attraverso la pelle.

Cloaca. È un’apertura unica con cui sboccano all’esterno l’apparato genitale e l’apparato digerente.

Zampe. Gli arti anteriori terminano con quattro dita, quelli posteriori sono ripiegati a «Z», cioè in una posizione particolarmente adatta per il salto, e terminano con cinque dita.

Una pelle tuttofare
Negli anfibi la pelle è nuda: è protetta in superficie solo da un sottilissimo strato corneo, che si rinnova in continuazione. Essa è ricca di ghiandole che producono del muco, che la mantiene umida ed elastica. Questa operazione è molto importante, poiché per gli anfibi la pelle è un organo «multiuso» e quindi è fondamentale mantenerla sempre efficiente: nessuno di loro beve con la bocca, ma assorbe attraverso la pelle l’acqua che gli occorre; inoltre serve per respirare (respirazione cutanea): l’ossigeno dell’aria, sciogliendosi nel sottilissimo strato di muco che ricopre l’animale, viene assorbito direttamente dal sangue che circola nella pelle. Per alcuni rospi, inoltre, la pelle è anche un ottimo strumento di difesa: vi si trovano delle ghiandole che producono un veleno innocuo per l’uomo, ma in grado di scoraggiare la maggior parte dei possibili predatori.

Riposo invernale o estivo
Gli anfibi hanno il sangue che non è mai perfettamente ossigenato e una circolazione non perfetta. Risultato: gli anfibi, come i pesci e i rettili, sono animali a sangue freddo (eterotermi), cioè la loro temperatura varia in base a quella dell’ambiente esterno. Quindi, non essendo in grado di mantenere costante la temperatura del corpo, la loro attività segue il ritmo delle stagioni e, di regola, durante l’inverno la riducono, ritirandosi in luoghi tiepidi e appartati (ma sempre vicino all’acqua). Alcune specie, diffuse in regioni con inverni miti e con estati calde e secche, vanno invece in riposo durante i mesi estivi.

Diffusi in tutti gli ambienti
Tranne che nelle regioni polari (dove nessun animale terrestre a sangue freddo può sopravvivere) e nei deserti, gli anfibi si incontrano un po’ ovunque. Oltre alle numerosissime specie che vivono negli stagni, vi sono anfibi che popolano la vegetazione e il suolo delle foreste tropicali, altri che si spingono a quote elevatissime sulle montagne e quelli che trascorrono gran parte della loro vita nel sottosuolo. Alcuni anfibi, infine, si sono specializzati nella vita in ambienti perennemente privi di luce, le grotte, diventando in certi casi totalmente ciechi. L’importante, comunque, è che ci sia sempre un certo grado di umidità: dato che la pelle non è completamente impermeabile, gli anfibi tendo «a perdere» acqua.

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