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Gotico

Arte europea del tardo medioevo, estesasi in alcune aree geografiche fino al XVI secolo inoltrato.

Arte europea del tardo medioevo, estesasi in alcune aree geografiche fino al XVI secolo inoltrato.

Pur avendo caratteristiche originali, l’arte gotica fu bistrattata fino alla metà del Settecento quando cominciarono ad avvertirsi i primi sintomi dell’età romantica (v. romanticismo), che ne operò la piena rivalutazione, soprattutto per merito di Viollet-le-Duc al quale si devono sorprendenti restauri e integrazioni dei principali monumenti gotici francesi. Sorto nella Francia settentrionale (Reims, Sens, Rouen) verso la metà del XII secolo, il nuovo stile si diffuse in tutta Europa, assumendo caratteristiche diverse rispondenti alle particolari esigenze e tendenze del gusto locale.

Nell’intero complesso dell’arte gotica, l’architettura occupa un posto preminente per le nuove tecniche costruttive che permisero il suo completo distacco dai moduli tradizionali. Basata sull’impiego sistematico della volta ogivale realizzata mediante l’incrocio di due archi di sostegno (costoloni), la nuova tecnica costruttiva eliminava i tradizionali robusti contrafforti alleggerendo il carico sulle pareti montanti, sia perimetrali sia di navata. Ciò permise una notevole elevazione delle strutture stesse e una libertà di articolazione degli spazi interni di incredibile audacia e suggestione. Ai costoloni portanti se ne aggiunsero poi altri in funzione puramente ornamentale. Le prime volte ogivali sorsero su pianta quadrata e l’intero edificio conservò all’inizio la tipica pianta basilicale.
In seguito, modifiche sostanziali furono apportate anche alla planimetria delle chiese. Il primo grande monumento dell’architettura gotica fu la chiesa abbaziale di Saint-Denis (iniziata nel 1130), seguita dalle cattedrali di Senlis (iniziata nel 1153), di Noyon (iniziata nel 1145‑1150) e di Laon, prese a modello dagli architetti gotici della Francia settentrionale, autori della cattedrale di Lisieux e della chiesa di Notre-Dame a Parigi.

Verso la fine del XII secolo si possono già ritenere stabiliti alcuni caratteri architettonici del gotico, come le due torri di facciata (Notre-Dame a Parigi), l’ampio rosone centrale e i monumentali portali riccamente ornati di sculture. Nel XIII secolo, perfezionata la tecnica costruttiva, gli architetti apportarono nuove modifiche alla pianta dell’edificio sacro (deambulatorio con cappelle radiali), alle sue strutture (pilastri a fascio) e all’intero impianto (eliminazione dei matronei, sostituiti da archi rampanti; finestre più ampie, fin quasi a lasciare scoperto lo scheletro delle strutture). Sorsero in questo periodo i grandiosi monumenti delle cattedrali di Le Mans, di Chartres, di Reims, di Amiens, di Beauvais e di Rouen. Le caratteristiche architettoniche delle costruzioni religiose del XIV secolo sono in complesso una ricerca di eleganza e di ricchezza nell’elaborazione stilistica delle tradizionali strutture.
Di questo periodo è la Sainte-Chapelle di Parigi, miracolo di ardimento tecnico e di eleganza formale. Nel XV-XVI secolo si ha la massima fioritura di questo stile, distinto con il nome di gotico «fiammeggiante» (o «fiorito»), che può considerarsi un’esasperazione del gotico medievale. Suoi caratteri salienti sono la mancanza di un elemento divisorio (in genere capitello, anche falso) tra il pilastro e il costolone, archi a sesto molto acuto con chiavi di volta pendenti in complicate stalattiti, decorazioni ricchissime di fogliami, fiori, animali, complesse modanature dei costoloni, archi dei portali inflessi e sormontati da timpani contorti che assumono appunto la forma di una fiamma, enormi rosoni dai complessi disegni, guglie, pinnacoli, balaustrate, doccioni e alte cuspidi ottagonali che sormontano spesso le torri di facciata.
Tra i più insigni monumenti di questo periodo sono la facciata della cattedrale di Rouen, Saint-Jacques a Dieppe, Notre-Dame a Louviers e le cattedrali di Toul e di Saintes.
I caratteri dell’architettura sacra furono fedelmente ripresi anche nelle architetture civili del periodo. L’influenza dell’architettura gotica francese fu soprattutto sensibile nei Paesi Bassi, dove sorsero imponenti cattedrali (Notre-Dame de Pamele a Oudenaarde, Saint-Nicolas a Gand, Saint-Paul a Liegi, Saints-Michel-et-Gudule a Bruxelles) e dove restano ancora numerosi esempi di architettura gotica civile, come i palazzi municipali e i mercati di Ypern, Bruges, Gand, Anversa, Bruxelles e Lovanio. In questa regione il gotico sopravvisse fino al XVII secolo, condizionando anche lo sviluppo delle nuove forme barocche. Notevoli le influenze in Spagna, in cui sorsero le grandiose cattedrali di Toledo, Burgos e León con sale capitolari e stupendi chiostri. Nel XV-XVI secolo, tuttavia, lo stile gotico assunse in Spagna caratteri particolari (soprattutto ribassamento delle volte ogivali) che lo allontanarono dagli sviluppi del gotico francese (gotico «isabellino», cattedrale di Segovia, Salamanca ecc.). 
In Portogallo si determinò uno stile di gusto locale che prese il nome di «manuelino». Sostanzialmente autoctona appare, almeno nella realizzazione pratica, l’architettura gotica del periodo in Inghilterra, dove le monumentali cattedrali di Canterbury (iniziata nel 1125), Gloucester, Wells e l’abbazia di Westminster a Londra si differenziano notevolmente dalle coeve costruzioni francesi per la robustezza delle mura di sostegno e per la chiarezza e regolarità delle membrature architettoniche. In Germania, lo stile gotico francese fu introdotto nel corso del XIII secolo tramite i cistercensi (cattedrali di Bamberga, Naumburg, Magdeburgo, Limburgo).
Ad uno stile gotico ormai maturo si ispirarono le chiese di Marburgo e di Treviri, il duomo di Strasburgo e di Colonia. Nell’ambito del gotico fiorito vanno inserite poi le numerose chiese di Breslavia, Praga, Worms, Lubecca, Riga, Ulma, come pure le cattedrali di Berna, Dorpat, Vienna e Salisburgo.
Anche in Italia il gotico fu introdotto dall’ordine cistercense tra l’XI e il XIII secolo, ma assunse particolari caratteri dovuti al persistere di forme e strutture proprie dell’architettura romanica (abbazie di Fossanova, Casamari, Chiaravalle). Indipendentemente dal movimento cistercense, operò in Italia un accostamento ai moduli transalpini anche l’ordine francescano (v. francescani), le cui più notevoli realizzazioni in questo stile sono le chiese di San Domenico a Bologna e di San Francesco ad Assisi. Il prevalere nel gusto architettonico italiano della linea orizzontale anziché della verticale compromise fin dall’inizio un’assimilazione del puro stile gotico, giungendo a volte a felici compromessi (per esempio, duomo di Orvieto, con copertura a tetto e mura piene), a volte a forme di un raro equilibrio classico come nelle chiese di Santa Croce e di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Durante il periodo gotico, la scultura trovò largo impiego nell’ornamentazione delle facciate e dei portali delle cattedrali, non più come semplice complemento dell’architettura, ma assumendo una parte preminente. Le forme plastiche delle figure e dei semplici motivi ornamentali mutarono inoltre sensibilmente (ancor più dell’architettura) in ordine di tempo e da luogo a luogo. La scultura del primo periodo francese, esemplificata dalle figure dei ricchi portali di Saint-Denis, di Senlis e di Chartres, raggiunse un equilibrio quasi classico, in cui si notano appena i caratteri di verticalismo e di movimento delle loro architetture di sostegno.
La decorazione plastica delle cattedrali del XIII secolo (Amiens, Reims ecc.) presenta invece una maggiore complicazione di linee e un maggiore plasticismo. Più animate le scene e più ricchi i motivi decorativi. Una particolare eleganza e ricercatezza caratterizzò le sculture del XIV secolo, di cui notevole esempio sono le scene rappresentate nel recinto presbiteriale di Notre-Dame a Parigi. La scultura tardogotica francese si distinse per un particolare interesse naturalistico, che talvolta rasenta il realismo e che si avverte anche nell’esuberante ornamentazione a motivi vegetali. Particolari aspetti assunse la scultura di questo periodo in Germania, in cui perdurava l’influenza del romanico, e in Italia, dove insieme con la tradizione romanica anche il ricordo mai estinto del mondo classico poneva un limite all’adozione delle forme transalpine.

Nel campo della pittura, enorme fu in Francia l’impiego delle ampie vetrate dipinte come elementi integranti più che ornamentali degli edifici sacri. Ampio sviluppo ebbe anche la miniatura, la cui estrema raffinatezza condusse spesso a un linearismo assolutamente astratto. A tali indirizzi della pittura francese reagirono in Italia sia la più tenace tradizione bizantina (v. arte bizantina) sia il genio realistico di Giotto o quello più elegante e cortese di pittori attivi a Siena come Duccio di Buoninsegna, Simone Martini o i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Soltanto in ambiente senese si può parlare nel XIV secolo di una maniera gotica, probabilmente introdotta da molti artisti senesi operanti ad Avignone. Snaturato in parte dei suoi caratteri originari, ma più comunemente adottato in tutta Europa, fu nel XV secolo quello che va sotto l’appellativo di gotico internazionale, la cui predilezione per le forme raffinate ed eleganti, cura del dettaglio e vivacità cromatica sono la tipica espressione di una società cortese decadente.