Nella terminologia di diritto pubblico, il termine «governo» indica sia il complesso…
Nella terminologia di diritto pubblico, il termine «governo» indica sia il complesso di organi che realizzano il potere pubblico sia l’organo costituzionale (v. costituzione) titolare del potere esecutivo (formato dal consiglio dei ministri, dal presidente del consiglio e dai ministri).
Le forme di governo sono classificate in base alla natura dell’organo cui è affidata la funzione di indirizzo politico e al modo in cui tale organo viene individuato ed eletto. Nell’antichità si distinse, riprendendo la tripartizione elaborata da Aristotele nella Politica, fra democrazia («governo del popolo), aristocrazia («governo di pochi») e monarchia («governo di uno solo»). Successivamente, questa tripartizione è stata sostituita dalla bipartizione tra monarchia e repubblica. Dal punto di vista giuridico, nella seconda – a differenza della prima – il capo dello stato ha carattere rappresentativo. Attualmente, sono individuabili tre tipologie di governo repubblicano: parlamentare, presidenziale e direttoriale.
Con il termine «parlamentare» viene indicata quella forma di governo nella quale il parlamento è l’unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare ed elegge sia il governo (esecutivo) sia il presidente della repubblica. Quest’ultimo (capo dello stato) non ha forti poteri di influenza sulle istituzioni e svolge essenzialmente una funzione di garanzia e di rappresentanza dell’unità nazionale. Tale forma di governo viene definita anche «monista», in quanto i cittadini (v. cittadinanza) hanno nelle elezioni parlamentari (e quindi nel rinnovo dell’assemblea legislativa) l’unico momento in cui possono giudicare l’operato della maggioranza parlamentare e dell’esecutivo da essa espresso attraverso il voto di fiducia.
Nel sistema «presidenziale», invece, il potere esecutivo si concentra nella figura del presidente, che è sia il capo dello stato sia il capo del governo. Esso viene eletto direttamente dal popolo e forma il suo governo senza bisogno di voto di fiducia parlamentare poiché, avendo già ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini, non ha bisogno della fiducia dei loro rappresentanti. Come dimostra il caso degli Stati Uniti d’America (tipico esempio di repubblica presidenziale), la legittimazione che si realizza attraverso il voto diretto conferisce al presidente una netta superiorità rispetto ai suoi ministri.
Il sistema istituzionale nel quale un collegio di persone svolge la funzione di capo dello stato e del governo, infine, è definito come «direttoriale». Affine al sistema presidenzialista per quanto riguarda la divisione dei poteri, se ne discosta per il fatto che non esiste un capo dello stato monocratico e le sue funzioni vengono svolte collegialmente dal direttorio. Questo organo collegiale viene nominato dal parlamento, ma appare totalmente indipendente da esso sino al successivo appuntamento elettorale.
Il primo esempio di questa forma di governo è rappresentato dal direttorio francese del 1795 che, dopo il governo di Robespierre, venne istituito al fine di evitare che il potere tornasse a concentrarsi nelle mani di un’unica persona. Attualmente, l’unica forma di governo che riprende questo modello è il sistema direttoriale elvetico, che adotta tale tipo di organizzazione sia a livello federale sia a livello cantonale.