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Grimm

Scrittori e filologi tedeschi (Jacob: Hanau 1785 – Berlino 1863; Wilhelm Karl: Hanau 1786 – Berlino 1859).

Scrittori e filologi tedeschi (Jacob: Hanau 1785 – Berlino 1863; Wilhelm Karl: Hanau 1786 – Berlino 1859.

Notissimi in tutto il mondo per le loro raccolte di fiabe e leggende germaniche (v. fiabe e favole), ebbero grande influenza anche come studiosi di problemi linguistici e la loro Storia delle lingue germaniche (1848) e il monumentale Dizionario tedesco in 32 volumi (1852-1961) restano opere capitali della filologia germanica. Ebbero una giovinezza difficile; tentarono gli uffici pubblici, ma vi dovettero rinunciare per le loro idee liberali. Chiamati a Berlino a far parte dell’Accademia delle scienze, vi passarono il resto della vita, in un sodalizio ininterrotto di lavoro e di studio.

Fuori della Germania, la loro fama è soprattutto legata alla raccolta di fiabe trascritte dalla viva voce del popolo e ricercate con paziente amore; un’opera che va intesa non soltanto sotto il punto di vista artistico, per la freschezza e l’incanto dello stile, ma anche sotto il punto di vista culturale e scientifico. Ciò che, appunto, caratterizza e rende importante questa raccolta (il titolo è Fiabe per bambini e famiglie, in tre volumi, usciti tra il 1812 e il 1822) è il fatto che per la prima volta si davano con essa credito e validità artistica all’immenso patrimonio di narrativa fantastica popolare, fino a quel momento considerato di scarso peso nella storia civile e culturale di un popolo, oppure utilizzato soltanto come fonte di ispirazione per opere letterarie. Nell’ambito del rinnovamento romantico (v. romanticismo), che rivalutava in quegli anni la spontaneità dell’espressione artistica, i fratelli Grimm volevano dimostrare, con la loro opera, quanta poesia vi fosse nell’arte popolare anonima, frutto di un lento intrecciarsi e accumularsi di elementi disparati destinati a dar vita all’epica, alla leggenda, alla fiaba.

Se nella loro raccolta, quindi, inserirono personaggi come quelli di Cenerentola e di Cappuccetto rosso, che già C. Perrault, alla fine del XVII secolo aveva raccontato con grande finezza letteraria, la maggior parte delle oltre 200 fiabe, pazientemente ricostituite nella loro forma più umile, rivelava un mondo nuovo di fantasia inesauribile e di incantevole bellezza, popolato di piccoli eroi poi divenuti notissimi: Pollicino, Biancaneve, Hänsel e Gretel, i suonatori di Brema, Raperonzolo, Tremotino e tanti altri.
I Grimm ritenevano che molti di questi racconti fossero trasformazioni di antichi miti religiosi (v. mitologia) e che molti dei loro personaggi simboleggiassero antiche divinità naturali, venerate dai primitivi. Si aprì quindi la questione, che interessò e interessa gli etnologi, delle origini comuni a vari miti in paesi diversi. Va sottolineata l’importanza che attraverso l’opera dei Grimm venne ad acquistare l’elemento fiabesco come parte integrante della ricchezza culturale di un popolo.