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Guerra dei Trent’anni

Va sotto questa espressione un lungo conflitto, combattuto tra il 1618 e il 1648…

Va sotto questa espressione un lungo conflitto, combattuto tra il 1618 e il 1648, scatenato da un complesso di motivi di ordine principalmente religioso e politico. La tensione tra protestanti e cattolici del Sacro Romano Impero Germanico si accrebbe, dopo il 1555 (Pace di Augusta), per l’incertezza delle disposizioni sui beni della Chiesa. Nel 1608, in seguito all’esecuzione del bando imperiale contro la città di Donauwörth, ritenuto illegale dai luterani, si formò l’Unione evangelica di Ahausen; nell’altro campo, si rinsaldò la Lega cattolica (1609) guidata dal duca di Baviera.
I contrasti politici e religiosi esplosero in Boemia per l’autoritarismo dell’imperatore Mattia (1612-1619) e per l’avversione al suo successore, Ferdinando II, controllato dai gesuiti. I messi imperiali, inviati a Praga per condurre trattative, furono precipitati dal castello di Hradcany («defenestrazione di Praga», 23 maggio 1618) e l’episodio segnò l’inizio del conflitto armato. I combattimenti si svolsero inizialmente nei territori dell’Europa centrale, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle potenze europee, con l’eccezione dell’Inghilterra e della Russia.

Periodo boemo-palatino. Le forze imperiali penetrarono in Boemia, ma furono respinte oltre il confine, mentre anche la Moravia si associava ai ribelli. Il 20 maggio 1619 morì l’imperatore Mattia: i boemi, appoggiati dagli stati della Bassa e dell’Alta Austria e guidati da Enrico Mattia di Thurn, assediarono Vienna ed elessero (26 agosto 1619) re di Boemia Federico V, elettore del Palatinato, una regione storica del sud della Germania. Le truppe imperiali, coadiuvate dal duca di Baviera e dalla Lega, sconfissero i ribelli alla Montagna Bianca (1620).

I protestanti continuarono la lotta con l’aiuto degli stati generali olandesi e di alcuni principi della Germania settentrionale, ma senza alcun successo. Il conflitto interno tra i boemi e gli Asburgo diventò controversia europea con l’ingresso in guerra della Spagna, che nel 1621-1622 mandò un esercito contro il Palatinato. Il libero passaggio delle truppe spagnole per i valichi alpini tra il milanese e i possedimenti dell’impero determinarono il coinvolgimento della Francia, conclusa con la Pace di Moncon (1626) che annullò le concessioni speciali di passaggio alpino agli spagnoli.

Periodo danese. Cristiano IV di Danimarca accolse le richieste d’aiuto da parte dei principi protestanti della Germania settentrionale, timorosi di un allargarsi dell’egemonia cattolica; egli sperava anche di approfittare della guerra per ottenere il possesso di Osnabrück e Halbertstadt. Al conflitto lo spingevano l’Olanda, l’Inghilterra e la Francia, ma la guerra, iniziata nel 1625, si concluse con la completa disfatta danese: battuto a Lutter (agosto 1626), Cristiano dovette abbandonare tutte le terre fino al fiume Elba, lo Jutland (1627), la Pomerania e il Meclemburgo (1628); con la Pace di Lubecca (1629) dovette rinunciare ai principati ecclesiastici.

Periodo italiano. Il contrasto franco-spagnolo si rinnovò in occasione della seconda guerra di successione per il Monferrato (1627-1631). Morto senza figli Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, gli succedette Luigi di Nevers. Per impedire la successione, l’imperatore impose il sequestro dei territori di Mantova e del Monferrato, che vennero di conseguenza occupati dagli spagnoli e dal duca di Savoia. La Francia, governata allora dal cardinale Richelieu, occupò Susa e Casale (marzo 1629), costringendo Carlo Emanuele I Savoia all’alleanza antiasburgica. Conclusa la pace con la Danimarca, l’imperatore assediò e conquistò Mantova (1630). Richelieu ottenne l’alleanza della Svezia e Ferdinando II si vide costretto alla Pace di Cherasco (1631), che confermò l’eredità dei Gonzaga ai Nevers.

Periodo svedese. In difesa degli interessi svedesi nel Baltico e della fede luterana, entrò nel conflitto Gustavo Adolfo di Svezia, che con una serie di successi, culminati a Breitenfeld (1631) si rese padrone della Germania avanzando fino a Monaco. Al comando delle truppe imperiali fu richiamato il Wallenstein, precedentemente allontanato; le forze asburgiche e bavaresi si scontrarono a Lützen con gli svedesi (1632), che risultarono ancora vincitori, nonostante la morte del sovrano. L’esercito svedese, al comando di Axel Oxenstjerna, continuò la campagna, rafforzando i legami politici con gli stati protestanti tedeschi. Nello scontro di Nordlingen (settembre 1634) gli svedesi furono sconfitti e costretti alla Pace di Praga (1635) che segnò la sottomissione all’impero degli stati germanici e l’isolamento della Svezia.

Periodo francese. La Francia entrò formalmente nel conflitto nel maggio 1635 dichiarando guerra alla Spagna. Nel settembre dello stesso anno, l’imperatore dichiarava guerra alla Francia. L’intervento francese, voluto dal Richelieu a compimento della sua politica antiasburgica, si dispiegò in tre direzioni: nei Paesi Bassi, sul Reno, in Italia. Dopo aver stipulato un trattato d’alleanza con gli Stati generali d’Olanda, la Francia conquistò l’Alsazia e la Lorena; in Italia concluse la Lega di Rivoli (luglio 1635) con i duchi di Savoia, di Parma e di Mantova. Passarono in campo francese anche alcuni principi tedeschi. Dopo una serie di sconfitte, la vittoria francese a Rocroi (1643) convinse l’imperatore Ferdinando III (1637-1657), abbandonato ormai da tutti i principi imperiali, a porre fine alla guerra, iniziando trattative (1644) concluse nel 1648 con la Pace di Westfalia.