Con il termine «guerra» si intende un conflitto armato fra due o più stati per la definizione…
Con il termine «guerra» si intende un conflitto armato fra due o più stati per la definizione, con mezzi violenti, di una questione tra loro insorta.
La guerra ha varie finalità: talvolta è intrapresa a difesa di diritti violati o minacciati, e si pone quindi come mezzo di reintegrazione e di tutela del diritto internazionale; quando invece è promossa a difesa di interessi sostenuti da una delle parti, essa è strumento di modifica dell’ordinamento internazionale preesistente al conflitto.
Storia della guerra. Fenomeno permanente nella storia dell’uomo, la guerra è attualmente studiata da una disciplina chiamata «polemologia». Tracciarne una linea di sviluppo risulta difficile o impossibile, poiché se l’elemento «uomo» è rimasto essenzialmente lo stesso, sono mutate le tecniche e le strategie sulla base del progresso tecnico e scientifico dell’umanità. In generale, però, si può accettare una scansione del fenomeno «guerra» in quattro tempi: la guerra primitiva, la guerra antica, la guerra moderna e quella contemporanea. In età contemporanea la guerra ha inoltre acquistato caratteri ideologici (v. ideologia) che, uniti alle potenzialità distruttive delle armi moderne, l’hanno trasformata da limitata (che coinvolge solo gli eserciti) in totale (che coinvolge anche le popolazioni civili). Le preoccupazioni suscitate da tale progressiva pericolosità hanno portato, nella seconda metà del XX secolo, alla stipulazioni di accordi internazionali diretti a limitare le distruzioni e le sofferenze prodotte dalla guerra.
Guerre primitive e antiche. Le guerre primitive si caratterizzarono per la mancanza di precisi limiti territoriali tra i gruppi combattenti e dalla rozzezza delle armi, che avevano solo la funzione di accrescere la forza umana: pietre e bastoni in un momento iniziale, poi lance, spade ecc. Furono conflitti basati essenzialmente sulla «forza d’urto» o «di movimento»: vinceva chi era più forte o più veloce ad aggirare il nemico.
Legate invece al consolidamento delle città-stato (come le guerre del Peloponneso) o dei primi grandi imperi (guerre persiane, puniche, espansionismo di Alessandro Magno), le guerre antiche si giovarono di un primo progresso delle armi e dei mezzi, soprattutto navali. Tuttavia le vittorie scaturirono soprattutto dalla strategia di geniali generali.
Guerre moderne e contemporanee. Dopo il periodo medievale (v. medioevo), in cui si protrassero senza grandi cambiamenti le tecniche e le strategie antiche, l’innovazione più drastica si ebbe con la diffusione delle armi da fuoco, che coincise con la nascita dello stati moderni: le grandi fortezze medievali non potevano reggere l’urto dei colpi di cannone sempre più forti e l’impiego di armi da fuoco portatili avevano trasformato i fanti in fucilieri. Affrontati in file parallele, i soldati si scontravano prima a colpi di fucile e solo in un secondo momento si giungeva alla mischia.
A partire dall’Ottocento il progresso tecnico divenne sempre più rapido e la creazione di armi sempre più potenti, più veloci e precise, modificò ulteriormente le strategie sul campo. Sulla scia di un inarrestabile progresso tecnico, si giunge così alla guerra contemporanea, caratterizzata da un’enorme capacità distruttiva: un’ipotetica guerra atomica potrebbe portare alla distruzione totale del pianeta.
Tipologie di guerre. In base alle armi, alle strategie, all’estensione del conflitto e all’avversario affrontato esistono numerose tipologie di guerra. Tuttavia, solo una minoranza dei conflitti armati corrispondono a un unico modello: ad es. la prima guerra mondiale fu, in alcune circostanze, anche «guerra chimica»; la seconda guerra mondiale fu anche totale; la guerra di liberazione condotta dai partigiani italiani contro i repubblichini di Salò fu una guerra «non convenzionale», ma anche una guerra civile.
Guerra civile. Del tutto distinta dalla guera come evento internazionale è la guerra civile, lotta tra fazioni diverse dello stesso stato, anche in forma di rivoluzione contro il regime al potere, o tra parti autonome di esso (stati federali). Essa non riguarda il diritto internazionale, tuttavia le Convenzioni di Ginevra se ne sono occupate, ai fini di assicurare ai loro partecipanti le garanzie di un trattamento umanitario.
Guerra convenzionale. Si definisce guerra convenzionale quella combattuta con strategie e armi tradizionali. Sono escluse dunque le guerre chimiche, che si giovano di microrganismi e prodotti chimici dannosi per l’uomo e per la natura, e la guerra batteriologica, vietata dalle convenzioni internazionali.
Guerra non tradizionale. Forma di lotta, di norma a carattere specifico e temporaneo, che viene esplicata in territorio nemico oppure occupato dal nemico, da nuclei di incursori, a scopo informativo, di sabotaggio e talvolta anche di disturbo.
Guerra lampo o «Blitzkrieg». Formulata dallo stato maggiore dell’esercito tedesco alla vigilia del secondo conflitto mondiale, la guerra lampo prevedeva lo scardinamento delle forze nemiche attraverso l’uso congiunto di mezzi di terra e d’aria con azione rapida e di sorpresa; solo in un secondo momento interveniva il grosso delle forze di terra per l’occupazione del territorio nemico.
Guerriglia. Forma di lotta a carattere episodico, prevalentemente offensiva, condotta da guerriglieri, cioè combattenti civili o militari inquadrati in apposite formazioni e svolta in territorio occupato dal nemico, allo scopo di assumere informazioni e infliggere all’avversario il maggior danno possibile, mediante azioni di sabotaggio e di disturbo.
Guerra mondiale. Si definisce mondiale un conflitto che coinvolge tutti i continenti. Si sono avute due g. mondiali: quelle combattuta tra il 1914 e il 1918 (soprattutto in Europa) e quella svolta tra il 1939 e il 1945.
Guerra totale. Si definisce «totale» il conflitto in cui gli stati belligeranti siano pronti e disposti ad ogni sacrificio, anche in vite umane, per vincere. Ne fu un esempio la seconda guerra mondiale: i bombardamenti a tappeto tedeschi, inglesi e americani coinvolsero completamente la popolazione civile.
Guerra preventiva. Teoria espressa dal presidente americano G.W. Bush dopo l’attentato alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001. Secondo il presidente americano, è ammessa la guerra a uno stato che venga fortemente sospettato di costituire un pericolo per la comunità internazionale. Fortemente osteggiata dall’Onu, in virtù della guerra preventiva gli Usa hanno attaccato nel marzo 2003 l’Iraq (allora governato da Saddam Hussein), sospettato di possedere, contro le disposizioni internazionali, armi di distruzione di massa (in realtà mai trovate dagli ispettori Onu) e di aiutare l’integralismo islamico.
Conflitti non armati. Esiste una tipologia di scontri tra paesi che non arrivano al conflitto armato, ma si combattono, secondo la necessità, sul piano economico o politico. I mezzi impiegati sono vari: soluzioni commerciali particolari, operazioni di intelligence, discredito dell’avversario attraverso la pubblicistica, la produzione cinematografica, quella letteraria ecc. Tipici scontri non armati sono le guerre commerciali e la cosiddetta guerra fredda.