Si indicano con questo nome le guerre combattute tra greci e persiani dal 498 a.C. al 448 a.C. (Pace di Callia)
Si indicano con questo nome le guerre combattute tra greci e persiani dal 498 a.C. al 448 a.C. (Pace di Callia); esse furono considerate dai greci guerre d’indipendenza e di difesa della civiltà ellenica contro il pericolo della barbarie. Le cause vanno ricercate nel disagio creatosi tra le colonie greche d’Asia in seguito alla conquista persiana della Lidia, cui esse erano soggette, ma che aveva lasciato loro piena autonomia di governo e di traffici commerciali. Le perdite economiche subite e l’instaurazione da parte del re persiano Dario I di tiranni nelle città greche d’Asia spinsero queste ultime a ribellarsi, sotto la guida di Aristagora di Mileto (rivolta ionica, 499) che, chiesti aiuti ai greci del continente, ottenne navi da Atene e da Eretria, contro cui si scatenò la vendetta di Dario.
prima guerra persiana (498-490). I persiani, comandati da Artaferne e da Dati, dopo una prima vittoria, vennero duramente sconfitti nei pressi di Maratona dagli ateniesi (490), al comando di Milziade e di Temistocle, aiutati dai plateesi. Dopo un altro tentativo di occupare il porto di Falero, i persiani dovettero ritirarsi.
seconda guerra persiana (480-479). Serse I, successore di Dario, ritentò l’impresa dieci anni dopo. I persiani prepararono un’invasione simultanea per mare con 1000 navi e per terra con 100-300.000 soldati (lo storico greco Erodoto parla di un esercito di quasi due milioni di uomini). Gli ateniesi, da parte loro, su consiglio di Temistocle allestirono una flotta di 100 navi e strinsero alleanza con Sparta. La difesa venne organizzata per mare e per terra, dove alle Termopili 300 Spartani, con il loro re Leonida, furono accerchiati e caddero fino all’ultimo uomo. I persiani iniziarono così l’invasione della Beozia, dell’Attica, arrivando fino ad Atene che occuparono e diedero alle fiamme. Temistocle decise allora, e a ragione, di impegnare le flotte in una battaglia. La clamorosa vittoria navale di Salamina (480) sanciva la completa disfatta della flotta persiana che ritornò in patria. Anche l’esercito persiano, rimasto in Grecia al comando di Mardonio, fu sconfitto a Platea dalle truppe spartane e ateniesi comandate da Pausania (479), mentre la flotta riportava una nuova sconfitta presso capo Micale, liberando così dal dominio dei persiani le città greche dell’Asia Minore.
Il conflitto continuò, dopo la formazione della Lega delio-attica, con la ripresa delle ostilità da parte dei greci, che sconfissero i persiani all’Eurimedonte (470) e a Salamina di Cipro (449) e li costrinsero alla Pace di Callia (448) che segnò la rinuncia della Persia ai possessi greci, e a ogni pretesa egemonica sul Mediterraneo.