Come abbiamo già detto, gli aggettivi qualificativi indicano una qualità del nome.
Come abbiamo già detto, gli aggettivi qualificativi indicano una qualità del nome. Queste qualità possiedono anche dei gradi. Ciò vuol dire che la qualità del nome può variare in base all’intensità che si desidera esprimere.
Gli aggettivi qualificativi possono esprimere in modo generale le qualità di una cosa o di una persona, ma possono anche precisare il grado di quella stessa qualità.
Ora che sappiamo che l’aggettivo qualificativo possiede dei gradi di intensità diverse, capiamo quali sono questi ultimi!
– Grado positivo: l’aggettivo al grado positivo si usa normalmente, per indicare solo l’esistenza di una qualità. Esso mantiene normale l’intensità della qualità.
Un esempio dell’aggettivo qualificativo al grado positivo è: «Questa casa è grande».
– Grado comparativo: l’aggettivo al grado comparativo si usa per fare un paragone tra due elementi. A sua volta il comparativo può essere di maggioranza, se si aggiunge l’avverbio più all’aggettivo. Per esempio: «Questa casa è più grande della mia».
Può essere di minoranza, se si aggiunge l’avverbio meno, come in: «Questa casa è meno grande della mia».
E infine può essere di uguaglianza. In questo caso si mettono a confronto una o più qualità possedute da entrambi i termini di paragone. Il secondo termine viene introdotto dagli avverbi quanto e come, proprio come nella frase: «Questa casa è grande come la mia».
– Grado superlativo relativo: l’aggettivo al grado superlativo esprime l’intensità massima di una qualità. Esso confronta una persona, un animale o una cosa con l’intero gruppo di cui fa parte. Questo grado di aggettivo è introdotto dagli avverbi più e meno preceduti dall’articolo determinativo. Per esempio nella frase: «Questa casa è la più grande della città», «la città» è il gruppo.
– Grado superlativo assoluto: l’aggettivo al grado superlativo assoluto non ha termini di paragone. In questo caso un elemento possiede quella qualità al massimo grado. Il superlativo assoluto si forma aggiungendo all’aggettivo il suffisso –issimo o i prefissi super–, ultra–, arci– ecc., scrivendo accanto all’aggettivo gli avverbi molto e assai, o raddoppiando l’aggettivo stesso.
Per esempio: «Questa casa è grandissima».
Per capire meglio facciamo altri esempi:
«Il fiume Po è lungo».
«Il fiume Po è più lungo dell’Adige».
«Il fiume Piave è meno lungo dell’Oglio».
«Il fiume Adige è lungo quanto il Tevere».
«Il Po è il fiume più lungo d’Italia».
«Il Po è un fiume lunghissimo».
In tutti questi esempi il fiume Po è accompagnato dall’aggettivo «lungo», ma in ogni frase quest’ultimo è usato diversamente. Nel primo caso l’aggettivo è al grado positivo: si parla solo della lunghezza del Po; nel secondo esempio l’aggettivo è al grado comparativo di maggioranza, poiché si mette in relazione il Po con un altro fiume. Nel terzo caso troviamo ancora un grado comparativo, ma di minoranza, e successivamente un comparativo di uguaglianza. Nel quinto esempio l’aggettivo «lungo» riferito al fiume Po è al grado superlativo relativo, per cui scopriamo che esso è il fiume più lungo in relazione all’insieme dei corsi d’acqua dell’Italia. Infine abbiamo il grado superlativo assoluto: nell’ultimo esempio si parla solo della straordinaria lunghezza del Po.
GLI AGGETTIVI INVARIABILI I GRADI DELL’AGGETTIVO GLI AGGETTIVI CON DUE FORME