In Italia le aziende attive nell’industria e nei servizi sono circa 4,5 milioni.
In Italia le aziende attive nell’industria e nei servizi sono circa 4,5 milioni. Il 95% di loro impiega meno di 10 lavoratori, per un totale di circa 7 milioni di addetti.
3,7 milioni di persone lavorano in piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti), 2,2 milioni in medie imprese (da 50 a 249 addetti) e 3,5 milioni nelle 3630 imprese con oltre 249 addetti. Il 65% delle imprese è costituito esclusivamente da lavoratori autonomi, senza nessun dipendente a carico.
Circa due terzi (2,8 milioni) sono imprese individuali: il 18% è registrato come Società di persone; il 16% come Società di capitali; l’1,1% come Società cooperative (occupanti oltre il 6% della forza lavoro nazionale). I lavoratori standard (a tempo pieno e a contratto indeterminato) rappresentano il 77% degli occupati. A essi vanno aggiunti 2,6 milioni di lavoratori part time e a contratto indeterminato, 2,8 milioni di lavoratori a termine e collaboratori «a progetto» (la metà dei quali si trova sul mercato del lavoro da più di 10 anni) e l’equivalente di 3 milioni di posti di lavoro a tempo pieno creati nell’ambito dell’economia informale (vale a dire il cosiddetto «lavoro nero»).
Dei circa 18 milioni di occupati standard, 15 milioni operano nel settore privato e, di questi, 5 milioni sono padroni, soci o titolari.Ben 2,5 milioni di persone vivono in famiglie con presenza esclusiva di lavoratori a termine.
Mentre il 41,5% delle famiglie (pari a circa 10 milioni di nuclei familiari) non soffre di disagi economici rilevanti, una famiglia su 5, al contrario, ha difficoltà economiche crescenti: in particolare, il 10,4% (pari a 2,5 milioni di famiglie) non è in grado di sostenere una spesa imprevista, il 5,5% (pari a 1,3 milioni di famiglie) si trova occasionalmente in difficoltà (per spese alimentari, mediche e relative ai trasporti) e il 6,3% (1,5 milioni di famiglie) soffre di seri problemi di bilancio (bollette, affitto e spese di prima necessità).
All’interno delle economie avanzate, rischi di vulnerabilità economica altrettanto elevati si registrano solo in Spagna, Grecia, Romania, Regno Unito e paesi baltici.