Capolavoro di Alessandro Manzoni, I promessi sposi sono un romanzo storico, considerato il primo romanzo della letteratura italiana.
Capolavoro di Alessandro Manzoni, I promessi sposi sono un romanzo storico, considerato il primo romanzo della letteratura italiana.
Lo scrittore cominciò la stesura nel 1821 nella sua villa di Prusuglio, dove studiò molto, dedicandosi a letture di vario genere, da Ripamonti a Walter Scott, popolare romanziere del tempo. La prima versione, intitolata Fermo e Lucia, fu conclusa un anno dopo, ma era molto diversa, per contenuto e per lingua, da quella che conosciamo: la vicenda era a tinte più fosche e la lingua si rifaceva al lombardo, al toscano, al francese e anche al latino. Insoddisfatto, Manzoni si rimise al lavoro finendo per riscrivere tutto da capo, e in effetti ne uscì un secondo romanzo, che fu pubblicato a Milano, l’11 giugno 1827 (dopo un soggiorno a Firenze che permise all’autore di raffinarne la lingua), con il titolo I promessi sposi, storia milanese del secolo XVII, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni.
Fu un successo strepitoso: in meno di venti giorni se ne vendettero (fatto straordinario per quei tempi) seicento copie delle mille stampate.
Nell’approccio al genere romanzesco, Manzoni obbedì a precise esigenze estetiche ed etiche (v. etica), secondo l’assioma per il quale l’arte doveva avere per oggetto il vero, per fine l’utile e per mezzo l’interessante. Lo sfondo storico de I promessi sposi risulta, infatti, ben tratteggiato (il governo spagnolo, la peste, la guerra) e vi agiscono personaggi reali (il cardinale Borromeo, la Monaca di Monza, l’Innominato) o figure emblematiche di gruppi sociali (i bravi, i sacerdoti, la folla, i politici).
Il motivo del grande successo di pubblico si deve però al fatto che si trattava di un romanzo limpido e profondo, scritto in una lingua elegante ma agevole e piana, alla portata di tutti, e di cui erano protagonisti due popolani come tanti: un artigiano, Renzo (che inizialmente Manzoni aveva chiamato Fermo), e un’operaia, Lucia.
La vicenda è ambientata in Lombardia, tra Lecco e Milano, agli inizi del XVII secolo. Renzo Tramaglino, un filatore di seta, vuole prendere moglie, ma glielo impediscono le trame di un signorotto che si è innamorato della promessa sposa, Lucia Mondella. Ben presto il quadro si arricchisce di presenze molteplici e, accanto ai personaggi principali, che via via entrano in scena (don Abbondio, don Rodrigo, fra Cristoforo), fiorisce una folla di personaggi minori, caratterizzati con grande finezza, finché vi si affaccia la gente del paese, coralmente partecipe di una vicenda che assume sempre più i colori del dramma, anche se incessantemente vi si mescolano, come nella vita, elementi comici e patetici. Ci sono fughe, aggressioni, rapimenti. C’è la terribile odissea di Lucia e, in contrasto con la sua innocenza, la torbida storia della monaca di Monza. C’è la figura altera di un nobile violento, detto «l’Innominato», che si converte e diventa quasi un santo. E c’è l’avventura di Renzo per le strade di una Milano in sommossa e poi in fuga per le campagne lombarde. Infine ci sono la carestia, la guerra, la peste, che travolgono, i nostri personaggi e la collettività intera. L’amore di Renzo e Lucia, contrastato da Don Rodrigo, riuscirà infine a vincere proprio grazie alla conversione dell’Innominato e ad alcuni eventi determinati dalla provvidenza, ovvero dall’abbandono fiducioso al volere di Dio.
Manzoni inserì nel romanzo un fitto numero di digressioni psicologiche e morali, riflessioni storiche ed esistenziali che espresse mirabilmente attraverso descrizioni dettagliate, notazioni ironiche, tragiche o liriche. I promessi sposi sono infatti pensati come letteratura impegnata che vuole veicolare valori morali e sociali, e svolgere una funzione educativa, configurandosi come un grande romanzo popolare, di ampio progetto narrativo e importante acquisizione linguistica.
Oltre a essere un romanzo storico, che mira alla descrizione di un’epoca passata, e un romanzo psicologico, in cui si dispiega una capacità di introspezione tra le più alte della nostra letteratura, I promessi sposi sono un romanzo di idee che esprime la concezione della vita di un intellettuale liberale e cattolico del XIX secolo. Ecco perché anche i fatti storici, che l’autore ricostruisce con rigore, sottintendono sempre un giudizio morale che illumina le responsabilità dei singoli e della collettività.