Ma quante forme di essere vivente si possono riconoscere? Gli studiosi che se ne occupano, naturalisti e biologi, scoprono di continuo nuove specie viventi. Questa enorme e bellissima ricchezza del nostro pianeta viene catalogata in maniera rigorosa e scientifica, ma la sua grande varietà pone grandi problemi: a quanti gruppi si possono ricondurre tutte queste forme di vita?
Ma quante forme di essere vivente si possono riconoscere? Gli studiosi che se ne occupano, naturalisti e biologi, scoprono di continuo nuove specie viventi. Questa enorme e bellissima ricchezza del nostro pianeta viene catalogata in maniera rigorosa e scientifica, ma la sua grande varietà pone grandi problemi: a quanti gruppi si possono ricondurre tutte queste forme di vita?
Regni senza sovrani
Immaginiamo di dover classificare migliaia e migliaia di oggetti diversi: dovremmo trovare un sistema pratico, facile da applicare e che possa comprendere quasi tutti (se non tutti!) gli oggetti da analizzare. Anche i naturalisti e i biologi si trovarono in una situazione simile: una volta distinto ciò che era vivo da quello che non lo era (ad esempio le rocce), come potevano suddividere gli esseri viventi?
Le prime classificazioni di piante e animali sono molte antiche, ma il padre del sistema che si utilizza ancora oggi per classificare gli esseri viventi fu Linneo, un medico naturalista svedese vissuto nel Settecento. Linneo dette a piante e animali un nome e un cognome (il gatto di casa, ad esempio, si chiama Felis catus), e in più elaborò per tutti una specie di albero genealogico. Questo gli consentì di dividere gli esseri viventi in due enormi gruppi: quelli che potevano muoversi da soli (animali) e quelli che non potevano (vegetali). Chiamò questi due grandissimi gruppi regni.
Il regno funziona come un insieme che ha al suo interno dei sottoinsiemi, che al loro interno ne hanno altri; man mano che si passa da un gruppo all’altro, le somiglianze tra gli individui diminuiscono. Le categorie più importanti sono: la specie, il genere, la famiglia, l’ordine, la classe, il tipo, il regno. Anche se questo sistema può sembrare complesso, risponde bene alle necessità e quindi ancora oggi è utilizzato.
Cinque o sette?
Dal Settecento a oggi molte specie sono state scoperte e, soprattutto, è stato inventato il microscopio, che ha permesso di scoprire il mondo invisibile dei batteri e degli individui unicellulari. Dai due regni di Linneo, oggi ne distinguiamo almeno cinque, ma per alcuni studiosi sono sette, e la differenza è proprio in quel mondo di esseri invisibili a occhio nudo. La cosa strana è che nessuno ha torto e nessuno ha ragione, poiché tutti riportano delle valide prove scientifiche a difesa delle proprie idee.
Animali e piante
La maggior parte degli esseri viventi visibili a occhio nudo appartengono al regno delle piante (spesso chiamato ancora regno vegetale) e al regno degli animali.
Le piante e gli animali sono composti di cellule riunite insieme a formare i tessuti, che a loro volta formano organi e apparati.
La differenza fondamentale fra le piante e gli animali è che le piante fabbricano da sé il proprio nutrimento (sono cioè autotrofe), mentre gli animali non ne sono capaci e quindi devono nutrirsi di piante, di batteri o di altri animali (sono eterotrofe). Le piante utilizzano l’energia solare per trasformare l’anidride carbonica e l’acqua in zuccheri: questo meccanismo si chiama fotosintesi, nel corso della quale le piante liberano ossigeno. La clorofilla contenuta nelle piante immagazzina l’energia e dà loro il tipico colore verde.
Una seconda differenza sta nel fatto che gli animali possono spostarsi, al contrario delle piante che sono statiche. Gli animali hanno bisogno di muoversi per trovare il proprio nutrimento, utilizzando le proprie membra per spostarsi e gli organi sensoriali per orientarsi.
Funghi
Fino a poco tempo fa i funghi erano considerati tra le piante: in effetti non possono spostarsi, ma non sono in gradi di nutrirsi da soli, poiché non svolgono la fotosintesi, né possiedono tessuti differenziati. Così gli studiosi hanno preferito riconoscere un regno dei funghi, chiamato più propriamente regno dei miceti. A questo regno appartengono individui dalla forma e dalle dimensioni più disparate: alcuni sono caratterizzati da un largo cappello, altri si presentano sotto forma di sottili lamelle, altri ancora sono microscopici, come le muffe o i lieviti.
Monere e protisti
A questi due regni dal nome difficile appartengono quasi tutti gli organismi microscopici, ossia quelli che più di altri hanno creato problemi di classificazione.
Alle monere appartengono i batteri e le alghe azzurre; sono individui unicellulari in cui il nucleo non è ben distinto dal citoplasma, e per questo si chiamano procarioti (contrapposte alle cellule eucarioti). Possono essere autotrofi ed eterotrofi.
I batteri si trovano ovunque, perfino là dove nessun altro organismo potrebbe vivere poiché non c’è ossigeno. Proprio su questi batteri i biologi sono divisi: è meglio considerarli separati o tutti insieme? Per questo alcuni studiosi preferiscono non parlare di monere, quanto di eubatteri (i batteri normali) e archeobatteri (cioè i batteri più antichi, che possono vivere senza ossigeno).
Alcuni batteri sono utilissimi: è il caso, per esempio, di quelli che contribuiscono alla concimazione naturale del terreno, o di quelli che trasformano il latte in yogurt; altri invece sono nocivi, e possono provocare malattie gravi come la tubercolosi, la peste, la polmonite, il colera ecc.
Anche i protisti sono quasi tutti unicellulari, ma sono individui eucarioti: assomigliano quindi un po’ agli animali, un po’ alle piante e un po’ ai funghi; tipici sono i protozoi, caratteristici per il modo in cui si muovono, e molte alghe.
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