Studiamo insieme i suoni e i segni dell’italiano.
Studiamo insieme i suoni e i segni dell’italiano.
Fonemi e grafemi
Proviamo a pronunciare insieme questa parola.
Cane
Ci accorgiamo che, nel provarci, emettiamo una sequenza di suoni che nell’insieme ci permettono di produrre un significato.
Cosa significa, dunque, parlare?
Significa creare con la voce dei suoni che, combinati tra loro, formano delle parole con dei significati precisi che ci permettono di comunicare.
Questi suoni che produciamo si chiamano {tip FONEMA. Suono linguistico dotato di funzione distintiva al livello morfologico e lessicale. Rappresenta l’unità di seconda articolazione, che combinata con altre costituisce il significante dei monemi. È costituito da un insieme di tratti costanti che permettono di opporlo ad altri fonemi (tratti distintivi), e da eventuali tratti esclusivi, non oppositivi. Nella realizzazione concreta il f può acquisire altri tratti non previsti dal sistema in dipendenza dal contesto fonetico o da abitudini individuali del parlante, per cui si manifesta come variante o allofono (varianti combinatorie o individuali). In alcune scuole strutturaliste il f. è definito senza alcun riferimento alla materia fonica che lo costituisce, ma unicamente in base alla rete di relazioni di cui entra a far parte (v. glossematica). In altre è definito come un fascio di tratti distintivi. In altre infine come una classe di varianti o allofoni. In ogni caso il f, è l’unità di studio della fonologia o fonematica, mentre la fonetica studia il suono linguistico prescindendo completamente dalle sue funzioni nel sistema.}fonemi{/tip}(dalla parola di origine greca «phoné» che significa proprio suono).
L’equivalente grafico dei fonemi (quelli che scriviamo e leggiamo) si chiamano lettere o {tip GRAFEMA. Unità minimadella scrittura. A seconda dei sistemi grafici si distinguono ideogrammi, logogrammi, sillabogrammi, e segni fonetici. Analogamente al fonema, del quale condivide le funzioni distintive, il g. può essere considerato una classe di allografi (si pensi ai vari modi di scrivere una qualunque lettera del nostro alfabeto: corsivo, maiuscolo, minuscolo ecc.).}grafemi{/tip}.
I grafemi e i fonemi non hanno molto valore se sono da soli ma se li combiniamo tra loro formano parole di senso compiuto.
Consideriamo il cane di prima:
C-A-N-E
Le singole lettere che formano la parola sono grafemi.
RICORDA
Le lettere o grafemi costituiscono il nostro alfabeto (anche questa parola deriva dal greco ed è composta simbolicamente da α= alfa e β= beta, le prime due lettere dell’alfabeto greco). Le lettere dell’alfabeto costituiscono l’equivalente grafico dei suoni che articoliamo oralmente nella lingua. |
L’alfabeto italiano
Prova a leggere e contare tutte le lettere riportate nello schema sottostante:
A a a |
B b bi |
C c ci |
D d di |
E e e |
F f effe |
G g gi |
H h acca |
I i i |
J j I lunga |
K k cappa |
L l elle |
M m emme |
N n enne |
O o o |
P p pi |
Q q qu |
R r erre |
S s esse |
T t ti |
U u u |
V v vi |
W w Doppia vu |
X x ics |
Y y ipsilon |
Z z zeta |
L’ordine di queste lettere costituisce il nostro {tip ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE. Sistema di trascrizione elaborato intorno agli anni trenta dall’Association Phonétique Internationale (da cui la sigla API per designare l’A. stesso), con l’intento di rappresentare con un grafema univoco ogni diverso suono linguistico. La trascrizione in API dell’italiano è relativamente vicina all’ortografia storica, con le seguenti particolarità: [ε] indica la e aperta (come in gente, piede); [o] indica la o aperta (come in donna, cuore); [s] indica la s sorda (come in sole, casa); [z] indica la s sonora (come in rosa, uso); [ς] indica la s palatale (come in scendere, lasciare); [η] indica la n palatale (come in sogno, gnocco); [λ] indica la l palatale (come in famiglia). I suoni affricati sono rappresentati da digrammi: [ts] corrisponde a z sorda (come in zitto, ozio); [dz] corrisponde a z sonora (come in zero, razzo); [tς ] corrisponde a c palatale (come in cena, cencio); [dζ] corrisponde a g palatale (come in giro, gengiva). Il segno diacritico [:] posto dopo una vocale ne indica l’articolazione lunga; l’accento è indicato da un apice (’) posto prima della sillaba accentata.}alfabeto{/tip}.
RICORDA
L’alfabeto è formato da ventisei lettere delle quali cinque (j,k,w,x,z) sono utilizzate per trascrivere parole di altre lingue o di origine latina e greca. Le lettere a, e, i, o, u sono vocali, la lettera h è definita «muta» perché non corrisponde a nessun suono. Tutte le altre lettere sono consonanti. |
Attenzione:
J j (i lunga)
>>Si pronuncia «i» Jonio, Jugoslavia: ionio, iugoslavia
Nelle parole di origine straniera si pronuncia come Jazz, Jolly: gezz, giolli
«g dolce» specialmente nelle parole di origine inglese
K k (cappa)
>>Si pronuncia come la «c dura» di casa Kimono, Kermesse: chimono, chermesse
W w (vu doppia)
>>Nelle parole derivanti dal tedesco si pronuncia «v» Wafer: vafer
>>Nelle parole derivanti dall’inglese si pronuncia «u»West: uest
X x (ics)
>>Si pronuncia cs Xenofobia: senofobia
Y y (ipsilon)
>>Si pronuncia «i» Yoga: ioga.
>>Nelle parole di origine inglese, si pronuncia talvolta «ai» By: bai
Imparare l’ordine con cui sono disposte le lettere dell’alfabeto è un’operazione fondamentale.
L’ordine alfabetico serve per consultare i dizionari, l’enciclopedia, gli elenchi, gli schedari.
In tutti gli elenchi, infatti, le parole sono disposte secondo l’ordine dell’alfabeto.
Ad esempio, la parola «ancora» nel dizionario viene prima della parola «casa». Se cerchi due parole che hanno la stessa iniziale, per capire quale tra le due si troverà prima, devi considerare la seconda lettera di ciascuna parola. Se anche la seconda lettera è uguale puoi considerare la terza e così via.
Attenzione:
Non tutti i suoni emessi dall’uomo consentono di formare le parole ma solo alcuni che vengono chiamati «fonemi» e sono suoni usati per il linguaggio verbale. Questi suoni sono prodotti dal nostro apparato fonatorio costituito da: polmoni, i bronchi, la trachea, la laringe in cui si trovano le corde vocali, la cavità orale dove si trovano il palato, il velo palatino, la lingua i denti le labbra le cavità nasali. L’aria attraversa il nostro sistema fonatorio e ci permettere di creare i fonemi.
Ogni lingua ha i suoi suoni o fonemi. La lingua italiana ne ha trenta divisi tra suoni vocalici e consonantici.
Ad ogni lettera o grafema del nostro alfabeto corrisponde un suono o fonema.
Ad esempio, alla lettera t della parola topo corrisponde il suono /t/, così come alla lettera c della parola casa corrisponde il suono /k/. Questi suoni si trascrivono posti tra due / /, secondo le regole stabilite dall’Associazione fonetica internazionale.
Le lettere maiuscole e minuscole
Osserva la parola:
Figlia FIGLIA
Nel primo caso tutte le lettere sono scritte in minuscolo, nel secondo tutte le lettere sono scritte in maiuscolo,. Si tratta solo di una differenza grafica.
Attenzione:
In alcuni casi specifici, è d’obbligo usare la maiuscola all’inizio della parola.
>>All’inizio di un periodo Oggi sono uscita.
>>Dopo il punto fermo Non esco. Resto a casa.
>>Dopo il punto interrogativo Dove? A casa mia.
>>Dopo il punto esclamativo Vieni! Arrivo.
>>All’inizio di un discorso diretto Lucia disse: «Adesso basta».
>>Con i nomi propri di persona, Sara.
animale, Fido.
con i cognomi, Rossi.
con i soprannomi. il Dandy.
>>Con i nomi comuni personificati la Nazione, la Giustizia, la Religione.
>>Con i nomi geografici Parigi, Londra, Berlino.
>>Con i nomi di corpi celesti il Sole, la Terra, la Luna.
>>Con i nomi di feste il Ferragosto, il Capodanno
>>Con i nomi di persone sacre Dio, Maometto.
i nomi di simboli e oggetti di culto Il Corano, la Mecca.
>>Con i nomi di istituzioni o enti la Scuola, la Posta.
>>Con i nomi di secoli, L’Ottocento, il Settecento.
periodi storici il Romanticismo.
avvenimenti storici importanti la Rivoluzione russa.
>>Con opere editoriali, Il Canzoniere.
artistiche o musicali Nel blu dipinto di blu.
>>Con i nomi di popoli antichi I Galli, I Romani, gli Assiri.
>>Nelle forme di cortesia Egregio Signor Bianchi, Le comunichiamo.
>>Nelle sigle WWF, ONU, FAO, ENI.
In molti altri casi, l’uso della maiuscola è facoltativo e dipende dal contesto.
Il Papa rappresenta la carica più alta della Chiesa cattolica.
>>In questo caso si vuol far risaltare la figura come istituzione
Georg Ratzinger è stato eletto papa.
>>In questo caso, invece, funziona come accompagnamento del nome