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Idea

Nel pensiero greco è la figura, l’aspetto con il quale una cosa si presenta

Nel pensiero greco è la figura, l’aspetto con il quale una cosa si presenta; ma già in Democrito il termine passa a significare la costituzione essenziale delle cose, al di là di ciò che si manifesta ai sensi (v. cinque sensi). Questa trasposizione del significato del termine va messa in rapporto con la concezione dell’intelletto considerato come un vedere, un attingere l’evidenza nel fondo delle cose. Nella tradizione filosofica (v. filosofia) il termine ha assunto il significato datogli in modo preciso da Platone, per il quale designa ciò che nelle cose è oggetto proprio del pensiero, ossia l’essenza permanente al di là del continuo mutare che ci rivelano i sensi (v. cinque sensi). Platone considera l’idea come qualcosa di immateriale, che si distingue dal sensibile fino a costituire un mondo a sé, il mondo delle idee. Nel medioevo, sulla base del principio di creazione, le idee divengono gli esemplari delle cose create, esemplari esistenti dall’eternità nella mente divina. Cartesio distinse tra idee avventizie, che ci vengono dai sensi (v. cinque sensi), idee fittizie, create dalla nostra immaginazione, idee innate, che sono connaturate alla nostra anima. Le idee innate sono chiare e distinte: chiare in quanto presenti e manifeste allo spirito, distinte in quanto così precise e separate da ogni altra idea da non avere in sé nulla che non si presenti con la massima chiarezza. Per Spinoza la vera idea è quella data dal puro pensiero. Con l’empirismo l’idea è identificata con le impressioni sensibili. Per Kant le tre idee della ragione unificano le nostre conoscenze, ma non hanno alcun valore conoscitivo. In Hegel l’idea diviene l’origine di tutta la realtà. Leibniz chiama idee «oscure» quelle che non permettono di riconoscere o di distinguere una cosa da un’altra, in opposizione alle idee «chiare» e distinte dalle idee «confuse», che non permettono di conoscere gli elementi costitutivi degli oggetti.