Più di un terzo dell’intera superficie dei continenti è occupato da ambienti nei quali l’acqua è scarsa o addirittura assente.
Più di un terzo dell’intera superficie dei continenti è occupato da ambienti nei quali l’acqua è scarsa o addirittura assente. I deserti – così si chiamano queste aree – sono posti in cui cadono meno di 25 centimetri di pioggia all’anno. In alcune località non ne cade nemmeno una goccia per diversi anni di seguito! Quando piove, cade una grande quantità d’acqua, ma in brevissimo tempo. Quasi tutti i deserti sono caldi ma vi sono anche deserti freddi. Ad esempio il deserto del Gobi, in Asia, è un deserto freddo: perché un deserto non è sempre e solo una distesa di sabbia!
Sahara e non solo
In genere, quando si parla di deserto, il pensiero corre subito alle rocce e alle dune del Sahara, che occupa quasi tutta l’Africa settentrionale: anche se questo è il deserto più grande del mondo, non è certo l’unico. In Africa, ad esempio, si trovano anche il deserto del Namib e del Kalahari, e la stessa fascia desertica alla quale appartiene il Sahara prosegue in Asia con il deserto della penisola arabica (che si estende poi fino al Gobi, in Mongolia, passando per il deserto iraniano). Anche in America ci sono dei deserti: a nord deserti e fasce semiaride si concentrano nella regione sudoccidentale; in Sudamerica sono confinati in uno stretto corridoio lungo la costa del Pacifico.
Il Sahara e i deserti asiatici hanno la stessa origine e la loro posizione corrisponde al punto in cui si incontrano le correnti d’aria provenienti dall’Equatore e dalle regioni polari. Questa convergenza determina un’area di alta pressione, che mantiene lontane le nuvole cariche di pioggia. Il Nabib, invece, è un deserto costiero; in questo caso, per via del passaggio di una corrente oceanica fredda, i venti tengono lontana dalla costa l’aria marina umida. I deserti nordamericani, infine, sono regioni circondate da catene montuose, che trattengono l’umidità proveniente dall’oceano.
Adattarsi alla vita del deserto
Tranne che nelle oasi (dove c’è sempre acqua), il deserto pone agli esseri viventi grossi problemi da affrontare: poche piogge intervallate anche da periodi lunghissimi, caldo eccessivo, aria e suolo molto secchi, grandi sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte… Gli organismi che popolano il deserto sono adattati all’ambiente in cui vivono, e superano questi inconvenienti in modi differenti.
Le piante del deserto
Le piante del deserto devono adattarsi alla calura e alla scarsezza dell’acqua. I cactus immagazzinano l’acqua e hanno lunghe radici per andarsela a cercare molto in profondità. Alcune piante, invece, si riducono allo stato di seme durante la stagione secca: quando arriva la pioggia, germogliano velocemente e si sviluppano.
Cercare un po’ di fresco
I piccoli animali del deserto sfuggono al caldo nascondendosi durante il giorno. Si infilano sotto le pietre o si scavano un rifugio sotto terra per non uscirne che di notte in cerca di cibo. Gli uccelli si posano all’ombra delle rocce o delle piante.
La lepre d’America o il fennec africano hanno grandi orecchie. Queste agiscono come un radiatore che permette loro di eliminare l’eccessivo calore interno.
I cammelli non possono ripararsi dai raggi del sole, ma i lunghi peli del loro mantello li aiutano a preservarsi. Hanno bisogno di traspirare per mantenere la giusta temperatura interna. Sono animali che possono sopportare molto bene le elevate temperature dei deserti.
Cercare l’acqua
I carnivori come le volpi, i serpenti, e anche gli scorpioni, trovano acqua a sufficienza nel sangue delle loro vittime. Gli erbivori sono capaci di vivere con pochissima acqua, ma ogni volta che possono farlo, mangiano piante carnose come i cactus, o foglie bagnate di rugiada. L’addax, antilope africana, ad esempio fa lunghi viaggi in cerca di piante fresche, in cui trova tutta l’acqua che le serve.
I deserti sono popolati da molte specie di roditori, come i gerbilli e i gerboa. Il gerboa (il topo saltatore del deserto) ha le dimensioni di un topo ma assomiglia piuttosto a un canguro: e infatti si sposta saltando sulle zampe posteriori. Questi animali, che si nutrono di semi, non bevono mai. I semi, per quanto secchi, contengono sempre un minimo di acqua.
Il ganga (o grandula) impregna d’acqua le proprie penne quando fa il bagno; i suoi piccoli si dissetano succhiandole.
Spostarsi nel deserto
Il cammello e l’addax hanno l’estremità delle zampe molto larga, ciò li aiuta a camminare nel deserto senza affondare troppo nella sabbia. Gli insetti e le lucertole sono provvisti, per la stessa ragione, di frange sulle zampe. Il «sidewinder» è un serpente a sonagli che si muove sulla sabbia avanzando mediante spirali laterali. Vi sono poi lucertole e coleotteri che si spostano scavando nella sabbia come se nuotassero.
LA FORESTA TROPICALE IL DESERTO IL CORRIDORE DELLA STRADA