Studiamo il nome!
Studiamo il nome!
Identikit del nome
Prova a guardarti intorno. Cosa vedi? Oggetti, persone che puoi definire grazie a un elemento che le indica. Con questo elemento puoi specificare anche cose che non si possono toccare e vedere, come i sentimenti, le sensazioni e i concetti. L’elemento che ti permette di indicare e definire queste cose, persone o sensazioni è il nome.
Se mi guardo intorno vedo oggetti e persone che posso chiamare per {tip NOME. Nelle lingue flessive, classe di lessemi individuata dalle particolari categorie grammaticali che esprime esclusivamente (genere, caso) o in accordo con il verbo (numero). La classe n. così definita comprende il sostantivo, l’aggettivo, il pronome, l’articolo.}nome{/tip}:
>>tavolo il nome indica un oggetto
>>Computer il nome indica un oggetto
>>Giovanna il nome indica una persona
>>Penna il nome indica un oggetto
>>Libro il nome indica un oggetto
>>Nonna il nome indica una persona
Con i nomi posso indicare anche elementi che non sono tangibili e materiali:
>>Rabbia indica un concetto astratto
>>Letteratura indica un concetto astratto
>>Simpatia indica un concetto astratto
>>Ricordo indica un concetto astratto
RICORDA
Il nome (parola che deriva dal latino nomen che significa «denominazione») o sostantivo (parola che deriva dal latino substantivum che indica «sostanza, ciò che esiste») è una parte variabile (che varia in genere e numero) del discorso e che serve a indicare cose, persone, animali, ma anche sentimenti, idee, stati d’animo. |
Possiamo esprimere così, attraverso una parola, un singolo oggetto ma anche un universo di sensazioni e sentimenti identificabili e condivisi da chi parla e chi ascolta.
Immagina un mondo senza nomi. Per quanto possa sforzarti, converrai che è impossibile anche solo provare a immaginare un mondo. Basta considerare che non potresti utilizzare la parola «mondo», ad esempio.
Osserva:
La … di mia … è …
Da questa frase, sono stati sottratti tutti i nomi. Come vedi, è incomprensibile.
La macchina di mia sorella Giulia è verde.
Questa è, invece, la frase completa.
Nomi comuni e nomi propri
Considera i seguenti nomi:
macchina Fiat Panda maestra Lucia fiume Tevere
I nomi macchina, maestra e fiume indicano una categoria di oggetti o persone. Con questi nomi possiamo indicare infatti:
>>macchina qualsiasi macchina
>>maestra qualsiasi maestra
>>fiume qualsiasi fiume
RICORDA
Chiamiamo nomi comuni tutti quei nomi che indicano persone, cose, animali in modo generico, senza indicarne l’identità. Gli altri nomi, invece, indicano persone o cose specifiche. |
>> Fiat Panda proprio quella macchina
>> Lucia proprio quella persona
>> Tevere proprio quel fiume
RICORDA
Chiamiamo nomi propri quei nomi che invece indicano persone cose o animali in maniera precisa e permettendoci di distinguerli da tutti gli altri della stessa categoria, gruppo o specie |
Attenzione:
Nonostante la profonda distinzione esistente tra i nomi propri e quelli comuni, ci sono dei casi particolari che devi osservare.
I nomi comuni, diventano nomi propri quando:
>>Indicano animali o cose Achille e la Tartaruga
che svolgono ruoli di persona;
>> Indicano qualcosa di astratto; La Pace, La Carità
>>Indicano animali, cose, persone Il Vate (Gabriele D’Annunzio),
considerate uniche nella loro categoria. Il Re della Foresta (Il leone)
I {tip NOME PROPRIO. Convenzionalmente è il nome di un’entità individuale e non di una classe di referenti, che può coincidere con una persona (antroponimo: Giovanni), un luogo (toponimo: Milano), un corpo celeste (Marte, Saturno), un animale (Fido, Argo, Ribot), o un oggetto (il Big Ben, il Pantheon). I n.p. quando sono usati nel discorso hanno carattere deittico (ho visto Carlo = “quel Carlo che io e tu conosciamo”; v. deissi), mentre quando sono usati in una narrazione hanno carattere anaforico (Renzo = “quello di cui il testo ha già parlato”; v. anafora). Il n.p. pur essendo fondamentalmente denotativo può esprimere connotazioni geografiche (Gennaro, Ambrogio), sociali o culturali (i vari Alfredo, Gilda, di verdiana memoria, o i sempre più rari nomi nobiliari: Aimone, Oddo ecc.). Dal punto di vista del referente sono possibili varie distinzioni. Si possono citare i patronimici, rappresentati da molti cognomi che mostrano l’antica desinenza -i del genitivo (es. Rossi = (figlio) del “rosso”); più rari i matronimici (si pensi a cognomi come Della Vedova, Dellapiccola). Fra i toponimi si distinguono oronimi, “nomi di rilievi” (Cervino); idronimi, “nomi di corso d’acqua” (Po); coronimi, “nomi di regione” (Lazio, Calabria); poleonimi “nomi di città” (Pisa, Bologna). La convenzione metalinguistica vuole che i n.p. siano rappresentati con la lettera iniziale maiuscola.}nomi propri{/tip} si trasformano in comuni e quindi possiamo scriverli con la lettera minuscola, quando diventano il simbolo di una caratteristica dell’uomo. Si trasformano, così, da nome proprio a tipologia umana:
>>La perpetua;
deriva da Perpetua di Don Abbondio, parroco ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e sta a indicare la donna di servizio.
>> Un bruto;
Da Bruto che congiurò contro Cesare e sta ad indicare una persona particolarmente spietata
>> Un cicerone.
Deriva dalle lettere che Cicerone scrisse in cui descriveva con dovizia di particolari il suo viaggio in Grecia. Sta ad indicare una persona che illustra agli altri quello che sa su un argomento, un luogo, un museo.
Considera poi questi nomi:
Carla Russo Luigi Riva
Si tratta di nomi propri formati da due elementi:
>>Nome di battesimo; Carla, Luigi
>>Cognome che indica il nucleo familiare Russo, Riva
cui si appartiene.
È naturale pensare che il cognome sia molto più importante perché permette di distinguere quella persona da tante altre che hanno lo stesso nome.
Il cognome va sempre posto dopo il nome tranne nei casi degli elenchi in cui, per motivi alfabetici, si usa mettere prima il cognome.
Considera adesso:
Il Parmigianino La formica atomica Bellicapelli
Si tratta di soprannomi cioè nomi che vengono aggiunti al nome di origine per individuare meglio una persona. Di solito, hanno origine da caratteristiche fisiche, imprese memorabili, luogo di provenienza.
Mentre:
Alberto Savinio Italo Svevo Lino Banfi
Questi, invece, sono pseudonimi, cioè dei nomi falsi che i personaggi famosi della letteratura, dell’arte, del cinema, della televisione, scelgono per rimanere anonimi o per esigenze artistiche.
Il vero nome di Alberto Savinio è Andrea Francesco Alberto de Chirico, quello di Italo Svevo è Ettore Schmitz, mentre quello di Lino Banfi è Pasquale Zagaria.