Alla famiglia degli erinaceidi appartengono ben tredici specie di riccio per lo più diffuse in Asia e in Africa settentrionale…
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Alla famiglia degli erinaceidi appartengono ben tredici specie di riccio (Erinaceus europaeus) per lo più diffuse in Asia e in Africa settentrionale, difficilmente distinguibili l’una dall’altra perché molto somiglianti. Il corpo del riccio è rivestito di aculei, che in un individuo adulto raggiungono i due-tre centimetri di lunghezza; ciascuno di essi è collegato a un muscolo erettore che viene attivato al minimo segno di pericolo.
Quando il predatore è troppo vicino da non consentirgli la fuga, l’animale è in grado di arrotolarsi a formare una palla di spine all’interno della quale gli organi più vulnerabili risultano efficacemente protetti. Un’altra caratteristica importante è costituita dalla capacità che il riccio ha di entrare in letargo quando le condizioni climatiche diventano sfavorevoli e il cibo comincia a scarseggiare. In tal caso, il sonno profondo che ne consegue può durare anche qualche mese.
Notturni e solitari
All’ordine degli insettivori, il più antico tra i mammiferi placentati, appartiene la famiglia degli erinaceidi, che conta otto generi con sedici specie, diffusi in Europa, Asia e Africa. Sono invece del tutto assenti in Giappone, Madagascar e Ceylon.
Oltre al riccio, comunissimo nei nostri boschi e giardini, è un erinaceide il ratto lunare, animale grande più o meno quanto un gatto e assolutamente privo di aculei. Di abitudini notturne e solitarie, gli erinaceidi scavano di rado e abitualmente si rifugiano nelle tane abbandonate da altri animali o nelle cavità degli alberi.
IL GATTO SELVATICO IL RICCIO IL TASSO