È la scienza che studia i fenomeni di difesa immunitaria adottati dagli organismi più complessi, i quali sono in grado di operare delle risposte, dette appunto immunitarie…
È la scienza che studia i fenomeni di difesa immunitaria adottati dagli organismi più complessi, i quali sono in grado di operare delle risposte, dette appunto immunitarie, contro le infezioni e gli attacchi di sostanze estranee. Le origini della disciplina sono antichissime, tanto che già lo storico greco Tucidide riferiva di un’epidemia di peste ad Atene, nel 430 a.C., durante la quale coloro che erano riusciti a sopravvivere alla malattia si erano dimostrati immuni al successivo attacco. Nel medioevo i cinesi praticavano una sorta di vaccinazione contro il vaiolo, somministrando polveri derivate da croste dei malati lievi alle persone sane per prevenire l’infezione. I primi risultati di una vaccinazione contro il vaiolo vennero pubblicati da Edward Jenner nel 1798 dopo che ebbe inoculato pus di vaiolo estratto da una mucca. Soltanto un secolo più tardi vennero definiti i principi generali della risposta immunitaria grazie a Pasteur, che coniò il termine vaccinazione in onore di Jenner (da vaccino) ed estese le osservazioni ad altre malattie infettive. Dopo intensi studi si arrivò nel 1890, grazie a Emil von Behring e a Shibasaburo Kitasato, a identificare antitossine in grado di neutralizzare le infezioni di tetano e difterite. Le antitossine vennero chiamate anticorpi e si stabilì che, iniettandole attraverso un siero, potevano trasmettere la resistenza a un virus o batterio da un organismo all’altro. Successivamente, furono identificati alcuni importanti processi legati alle attività degli anticorpi, come la batteriolisi (rottura delle pareti batteriche) o l’agglutinazione (quando gli anticorpi provocano l’agglomeramento di cellule isolate come batteri o globuli rossi). In tal modo, si posero le basi per le teorie immunologiche: la teoria umorale in cui i linfociti B producono gli anticorpi specifici (definiti agenti umorali) che si legheranno a batteri e tossine per neutralizzarli e la teoria cellulare, proposta da Metchnikoff, in cui i linfociti T attivano particolari cellule, i macrofagi, che fagocitano al loro interno i virus. I meccanismi molecolari di tali processi vennero delineati in maniera più approfondita agli inizi del Novecento. Paul Ehrlic comprese che esisteva un meccanismo per evitare le reazioni autoimmuni, quindi per poter distinguere tra le molecole del nostro corpo e quelle estranee ed evitare che l’organismo produca anticorpi contro le sue stesse cellule. Egli postulò l’esistenza di catene laterali sulle cellule che, in presenza di tossine o virus, si staccavano diventando anticorpi specifici. Landsteiner nel 1900 scoprì i quattro principali gruppi sanguigni (A, B, AB e 0) determinando la nascita dell’immunogenetica, cioè l’applicazione della genetica molecolare e della genetica delle popolazioni all’analisi dei fenomeni immunitari. L’immunologia si è sviluppata come materia articolata, suddivisa in diverse discipline:
– immunopatologia: si occupa degli aspetti clinici dell’immunologia, quali allergie, immunodeficienze, malattie autoimmuni;
– immunologia molecolare: si occupa delle basi molecolari dell’immunità e comprende diverse teorie (selettiva, istruttiva, dello stampo ecc.)
– immunoregolazione: studia i segnali chimici adoperati dalle cellule del sistema immunitario per espletare la loro funzione.