La geologia e la paleontologia moderne hanno fornito una serie di dati molto importanti per la formulazione della teoria dell’evoluzione
Paleontologia ed evoluzione
La geologia e la paleontologia moderne hanno fornito una serie di dati molto importanti per la formulazione della teoria dell’evoluzione. Lo studio delle rocce e dei fossili, infatti, presenta buchi temporali all’interno dei quali non sappiamo cosa sia esattamente successo. Gli scienziati che in passato si sono basati solo su questi reperti, senza tener conto del fatto che non coprono il tempo geologico nella sua interezza, hanno teorizzato che l’evoluzione non proceda con continuità ma a salti: lunghi periodi senza cambiamenti significativi si alternerebbero a periodi di rapida evoluzione.
Molti biologi oggi ritengono che non si debba parlare tanto di una «diversa quantità di evoluzione» tra un periodo e l’altro quanto di un tasso di evoluzione costante, che viene misurato attraverso il numero di estinzioni e di nascite di nuove specie.
Osservare i fossili dal punto di vista paleontologico presenta qualche difficoltà: quando un organismo vivente si trasforma in fossile, infatti, le sue parti molli – pelle, muscoli e organi – si decompongono senza lasciare traccia.
Quindi può succedere di osservare i fossili di due molluschi dotati di un guscio analogo pensando che si tratti della stessa specie, mentre magari non lo erano perché differivano per funzioni vitali.
L’evoluzione nel tempo geologico
La vita ha fatto la sua comparsa sul nostro pianeta 3,5 miliardi di anni fa. Si trattava per lo più di forme di vita marine, di cui le prime presentavano dimensioni piccolissime e forma piatta. L’oceano in cui galleggiavano era molto diverso da quello attuale, più denso e povero di sostanze nutritive: il cosiddetto brodo primordiale.
Un po’ alla volta si formarono mari poco profondi e le varie specie iniziarono a crescere in quantità, differenziandosi le une dalle altre, anche perché si stabilirono in ambienti isolati gli uni dagli altri.
Il ruolo decisivo esercitato dall’ambiente sull’evoluzione era già stato dimostrato con la teoria della deriva dei continenti.
Basta pensare, ad esempio, alle differenze che oggi esistono tra la fauna dell’America del Nord e quella dell’Europa, separate dall’oceano Atlantico, o alle somiglianze tra quelle del Nord e del Sud America, che invece si sono unite all’incirca 3 o 4 milioni di anni fa. Addirittura, alcune specie tipiche del Nord, come il lama, si trasferirono nel Sud, estinguendosi nell’altro emisfero.