Lo scenario…
Lo scenario
Come doveva apparire la superficie del nostro pianeta 3,5 miliardi di anni fa?
Come gia studiato, molti indizi ci vengono dallo studio delle rocce più antiche, altri da informazioni raccolte dagli altri pianeti del sistema solare.
Immaginiamo inizialmente il nostro pianeta con la crosta appena solidificata, percorsa da fratture da cui escono grandi quantità di magma (roccia fusa); l’atmosfera doveva essere estremamente calda e satura di gas, particolarmente di vapore acqueo.
Lentamente, col diminuire dell’attività vulcanica, la superficie della Terra si raffreddò.
Quando nell’atmosfera la temperatura scese al di sotto dei 100 gradi centigradi, il vapore acqueo condensò e cominciarono le piogge; per tempi lunghissimi la superficie della Terra è stata dilavata da piogge torrenziali, che sciolsero i minerali molto solubili, tra cui il cloruro di sodio, il sale più abbondante negli oceani, quello che dà all’acqua di mare il suo sapore caratteristico.
In conseguenza delle grandi piogge, l’acqua si è accumulata nelle depressioni della crosta terrestre, e si sono formati i mari primordiali.
Questi mari caldi, probabilmente poco profondi e molto estesi, costituivano, molto più delle nude rocce della terraferma, un ambiente adatto allo svolgersi di reazioni chimiche di vario tipo, nelle quali anche i gas presenti nell’atmosfera e le forti radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole hanno sicuramente svolto un ruolo importante.
L’atmosfera doveva essere del tutto diversa da quella attuale; mancava infatti l’ossigeno libero che oggi è indispensabile per i viventi. C’erano invece idrogeno, elio, metano, ammoniaca e vapore acqueo.
È possibile che in queste condizioni delle reazioni chimiche abbiano prodotto i composti organici, cioè i precursori della materia vivente?