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Riti magici

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 Riti magici 

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Le numerose pitture parietali rinvenute in Francia (a Lascaux, a Roussignac, nella Dordogne) e in Spagna (ad Altamira), le Veneri paleolitiche e i riti funebri fanno pensare agli studiosi che gli uomini primitivi credessero nei riti magici.

 

 

Per quanto riguarda la pittura, il fatto che le immagini fossero collocate in luoghi nascosti, profondi, nelle grotte, non fa pensare a motivazioni artistiche, ornamentali, decorative, bensì propiziatorie.
Il fatto di rappresentare l’uccisione di animali equivaleva a favorire la caccia, ad acquisire potere e ad anticipare il buon esito della spedizione.
Per quanto riguarda i riti funebri  il fatto di collocare nella tomba utensili e offerte è indizio di antichissime credenze riguardanti l’aldilà e la continuazione della vita in un’altra dimensione. In questo contesto diviene sempre più importante la figura dello stregone, che fa da tramite tra la comunità umana e gli spiriti. Nella «Caverna dei tre fratelli», sui Pirenei, abbiamo la rappresentazione di un individuo coperto dalla pelle di un cervo che esegue una danza propiziatoria per la caccia.

L’immagine risale a oltre 20.000 anni fa ed è una testimonianza della nascita di pratiche magiche.