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Il Neolitico, epoca di trasformazioni 

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Il Neolitico, epoca di trasformazioni  

 

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Al Mesolitico succede il Neolitico, epoca di grandi trasformazioni. Si diffonde la pratica dell’agricoltura e dell’allevamento; gli uomini dispongono così di cibo sufficiente non solo a sfamare gli individui ma anche ad accumulare scorte alimentari (surplus).
L’invenzione dell’aratro, trainato dapprima dall’uomo e poi dagli animali, permette raccolti abbondanti, capaci di sfamare un maggior numero di individui. Le migliorate condizioni di vita consentono un’esistenza più lunga e meno disagiata, anche se l’età media continuerà per molto tempo ad aggirarsi intorno ai 34 anni per gli uomini e ai 30 per le donne, che molto spesso muoiono durante il parto.
Nonostante ciò, si assiste a un aumento progressivo della popolazione, che si insedia nelle vallate più fertili. Nascono così i villaggi, costruiti dapprima con legno e paglia e in seguito con pietre e mattoni d’argilla. Servendoci di una ricostruzione di Catal Hüyük (vedi l’immagine) possiamo immaginare come si svolgevano la vita e le attività in un villaggio neolitico.

 

Lo spazio all’interno del villaggio è suddiviso in case abbastanza grandi da ospitare un clan, cioè un gruppo di individui imparentati tra di loro. Le attività sono diverse: alcune donne filano la lana con il fuso e tessono, oppure preparano il cibo e si dedicano alla cura dei figli; gli artigiani costruiscono cesti di vimini o vasi d’argilla in rudimentali laboratori.
Esiste anche un tempio per venerare la Dea Madre, protettrice del villaggio. Sono stati rinvenuti, infatti, ambienti ornati con dipinti e altorilievi che farebbero pensare a luoghi di culto. Oggetto di particolare cura è anche la sepoltura dei morti, i quali vengono deposti sotto piattaforme utilizzate come letti dagli abitanti della casa. La vita comunitaria si svolge sui tetti delle case o nelle loro vicinanze. Nel villaggio neolitico, almeno nei primi tempi, non esiste la proprietà privata: la terra appartiene alla comunità, mentre il bestiame catturato o allevato dai maschi del villaggio è considerato di proprietà dei clan a cui i cacciatori o gli allevatori appartengono. Le donne godono di grande considerazione perché a loro sono affidati i lavori agricoli e la costruzione degli utensili.