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Industria

Nella teoria economica, la definizione di «industria» ha rilevanza soltanto nei regimi di libera concorrenza e di monopolio.

Nella teoria economica (v. economia), la definizione di «industria» ha rilevanza soltanto nei regimi di libera concorrenza e di monopolio. Nel primo caso, concepita come un gruppo di imprese che producono un bene assolutamente omogeneo, essa permette di distinguere tra il comportamento delle singole unità (per le quali il prezzo di mercato è una costante) e del gruppo nel suo insieme (per il quale il prezzo di mercato è una variabile); nel secondo caso permette di identificare l’industria con l’impresa monopolistica. In regimi diversi da quelli menzionati, il termine non ha un significato scientifico, in quanto è più difficile tracciare una distinzione tra il comportamento del gruppo e il comportamento delle imprese: in diverse situazioni (oligopolio), il prezzo di mercato risulta variabile anche per l’industria singola, cosicché il concetto di «industria», se conserva un suo valore a fini descrittivi e statistici, risulta assai sfumato e più inconsistente a fini analitici.
Il concetto di «industria» viene, di solito, utilizzato per definire la struttura economica moderna, quale si è sviluppata dalla seconda metà del XIX secolo (epoca della rivoluzione industriale) fino ai nostri giorni. In effetti l’economia moderna differisce profondamente dalle economie di tipo paternalistico dei secoli più antichi, dalle economie servili del medioevo, da quelle signorili del rinascimento e da quelle mercantilistiche dei secoli XVII-XVIII. L’economia stessa ha però subito una profonda evoluzione e la sua struttura industriale si è sensibilmente modificata.

Fino ai primi anni del XX secolo, l’industria si basava su una serie di imprese operanti in regime di concorrenza ed era caratterizzata dalla figura dell’imprenditore, che apriva nuovi mercati, studiava nuove tecniche e forniva i capitali necessari: con l’aumento, però, della produzione e con la sostituzione sempre crescente del fattore capitale al fattore lavoro, ci fu una tendenza generale alla concentrazione e sorsero sia i primi trust sia le prime società anonime; una rete di cartelli sostenne l’industria europea e lo sbocco necessario di questa tendenza fu costituito dalle grandi holding finanziarie, tipiche dell’industria attuale.
Il diritto si è interessato dell’industria sia dal punto di vista privatistico (regolando vari aspetti delle sue attività, con una disciplina unificabile, sia pure empiricamente, nella branca del diritto industriale) sia nel campo pubblicistico, attraverso numerosissime regolamentazioni di vigilanza ai fini della sicurezza e del benessere sociale (norme in tema di fabbricazione di alimenti, medicinali e simili; disposizioni sui trasporti; norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro e di garanzia per speciali categorie professionali; tutela penale contro le frodi e le adulterazioni; sorveglianza su varie industrie a fini di ordine pubblico e di moralità).