Tutti quei procedimenti mediante i quali è possibile modificare le caratteristiche di un organismo intervenendo direttamente sul suo patrimonio genetico.
Tutti quei procedimenti mediante i quali è possibile modificare le caratteristiche di un organismo intervenendo direttamente sul suo patrimonio genetico. Alla base di questa disciplina è la manipolazione del dna, metodica che consiste nel sostituire parti della molecola con frammenti estratti da molecole diverse (anche provenienti da altre specie), oppure nel creare filamenti del tutto nuovi combinando tra loro porzioni di dna di origine diversa (tecnica del dna ricombinante). A rendere possibile un simile intervento sono speciali enzimi che tagliano la doppia elica del dna in punti ben precisi, e altri che catalizzano il congiungimento di più frammenti a formare una molecola del tutto nuova, capace di trasmettere ed esprimere geni diversi.
I campi applicativi dell’ingegneria genetica sono molti, e interessano un numero sempre crescente di settori, dal sanitario all’alimentare, dall’ambientale all’energetico. In ambito medico la manipolazione del dna si presta allo studio dei metodi con cui eventualmente debellare determinate patologie che hanno origine genetica (come la distrofia muscolare e la fibrosi cistica), nonché alla produzione di principi farmacologici attivi in microrganismi opportunamente modificati. Nel settore agroalimentare è ormai possibile produrre a costi relativamente bassi specie con caratteristiche funzionali e strutturali ben determinate, ad esempio la resistenza all’attacco dei parassiti o una maggiore velocità di accrescimento, intervenendo perfino sulla forma e sulla consistenza dei frutti in modo da renderne più facile la conservazione e, in alcuni casi, più appetibile l’aspetto: in questi casi si parla di Ogm (organismi geneticamente modificati).