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Intifada

Il termine, di etimologia araba, significa «sollevazione», «rivolta».

Il termine, di etimologia araba, significa «sollevazione», «rivolta». Il contesto d’uso in cui va collocato è la questione palestinese: indica la volontà dei palestinesi di lottare contro la presenza e l’occupazione israeliana, considerate illegittime.
La prima intifada risale al 1987, scatenata dall’uccisione di quattro palestinesi investiti da un colono israeliano nel campo profughi di Jabaliya.
La sollevazione è stata caratterizzata da un uso limitato della violenza, e una grande partecipazione della società civile: sono stati utilizzati infatti strumenti di protesta quali il lancio di pietre e gli scioperi generali.
La seconda intifada, o intifada di al-Aqsa, scoppiata nel 2000, si è rivelata invece più violenta della prima; il motivo scatenante è stata la visita di Ariel Sharon (allora capo dell’opposizione israeliana) alla spianata delle moschee di Gerusalemme. Il bilancio delle vittime è stato molto alto, se si pensa che a distanza di sei anni dall’avvio della rivolta si contavano già oltre seimila morti.
Una terza intifada è stata invocata nel 2008, da Khaled Meshaal, il leader di Hamas (organizzazione palestinese politica e paramilitare di ispirazione religiosa islamica e integralista), ma non è stata realmente messa in atto. La causa della rivolta mai scoppiata avrebbe dovuto essere il bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza, attacco ordinato in risposta ai ripetuti lanci di razzi che Hamas aveva compiuto su Israele per tutto il 2008.