Impariamo la funzione dell’accento.
Impariamo la funzione dell'{tip ACCENTO. Da un punto di vista acustico l’a. consiste in un incremento di intensità o in una variazione di tono (a. dinamico o a. musicale) che riguarda sillabe, parole, sintagmi, frasi. Esso non è una qualità del fonema, ed è pertanto un tratto prosodico (v. prosodia). Riguardo alla sillaba risulta evidente la funzione contrastiva dell’a. che permette di opporre sillabe accentate e non accentate, consentendo in tal modo la distinzione di parole fonologicamente uguali, ma con diverso schema accentuativo (mangio e mangiò, fini e finì ecc.). Riguardo alla parola risulta evidente la funzione culminativa dell’a., che permette di individuare quanti elementi di prima articolazione siano presenti nella frase (es. “non màngio quésta ròba”). La funzione dell’accento nei sintagmi è fondamentalmente coesiva (dietro-l’àngolo, non-ti-scordar-di-mé). Infine nell’ambito della frase l’a. contribuisce con l’intonazione ad individuare le unità cui si vuol dare un’enfasi particolare (es. io l’ho visto). Riguardo alla tipologia di comparsa dell’a. nella parola, si può distinguere fra a. fisso, quando interessa sempre la stessa sillaba, come l’ultima in francese, e a. libero, come nel caso dell’italiano in cui l’a. può cadere su qualsiasi sillaba fino alla quintultima. In parole polisillabe si distinguono inoltre un a. principale ed uno o più secondari (es. âscensòre).}accento{/tip}.
Identikit dell’accento
Palla, Volontà, Cane
Prova a pronunciare ad alta voce queste parole. Noterai che il tono della voce cadrà più a lungo su una sillaba che costituisce la parola intera.
Ad esempio, nel pronunciare la parola palla ti soffermerai sulla prima sillaba PAL – la.
Per quel che riguarda la parola volontà, l’accento cadrà sull’ultima sillaba vo – lon – TÀ.
Mentre, per la parola cane, la voce si soffermerà sulla prima sillaba CA – ne.
L’accento tonico
Pronuncia la parola:
Camera
Avvertirai che sulla sillaba CA cade l’accento mentre sulle sillabe ME e RA non cade l’accento.
La forza con cui la voce si sofferma su una sillaba che costituisce la parola si chiama accento tonico (o, più comunemente, accento). Nella sillaba, l’accento cade sempre sulla vocale.
RICORDA
All’interno di una parola, la sillaba su cui si posa l’accento si chiama tonica, mentre la vocale su cui cade l’accento si chiama vocale tonica. Tutte le altre sillabe su cui non cade l’accento si chiamano sillabe atone (cioè senza accento). |
A seconda della sillaba su cui cade l’accento possiamo dividere le parole in quattro gruppi:
tronche |
quando l’accento cade sull’ultima sillaba |
virtù, libertà |
piane |
quando l’accento cade sulla penultima sillaba |
paròla, inìzio |
sdrucciole |
quando l’accento cade sulla terzultima sillaba |
accèlero, tàvolo |
bisdrucciole |
quando l’accento cade sulla quartultima sillaba |
àbitano, diàmoglielo |
La maggior parte delle parole della lingua italiana sono piane e, inoltre, abbiamo anche parole prive di accento (atone). Si tratta di parole composte da un’unica sillaba (monosillabe) che per essere pronunciate si appoggiano ad altre parole, pur rimanendo staccate dalla parola che seguono. Si chiamano parole proclitiche e possiamo distinguerle in:
Articoli il cane, il gatto
Congiunzioni Se vieni, ma andiamo
Pronomi mi piace, vi vede
Preposizioni di Carla, con calma
Se invece, si appoggiano alla parola che le precede si chiamano enclitiche:
mandagli, guardala
Attenzione:
Nell’uso corrente della lingua, l’accento tonico non viene segnato graficamente ma è segnalato dal dizionario per indicare la corretta pronuncia delle parole.
L’accento grafico
Osserva la parola:
Perché
In questo caso, l’accento è sempre scritto, è obbligatorio e prende il nome di accento grafico. L’accento grafico ci permette di mostrare la parola accentata e ha tre forme:
grave \ |
indica un suono aperto |
papà, caffè, ballò |
acuto / |
indica un suono chiuso |
perché, né, tósse |
circonflesso ^ |
indica una contrazione |
olî, principî, ozî |
L’accento grafico è obbligatorio:
>>Sulle parole tronche di due o più sillabe Sarò, darò, volontà
>>Sui monosillabi con due vocali quando l’accento cade sulla seconda Più, ciò, piè
>>Sui composti di tre, re, blu Viceré, trentatré, orsù
In alcuni monosillabi con doppio significato:
ché |
(congiunzione = perché) |
che |
(congiunzione, pronome) |
dà |
(verbo dare) |
da |
(preposizione) |
dì |
(nome) |
di |
(preposizione) |
è |
(verbo essere) |
e |
(congiunzione) |
là |
(avverbio) |
la |
(articolo, pronome, nota musicale) |
né |
(congiunzione) |
ne |
(pronome, avverbio) |
lì |
(avverbio) |
li |
(pronome) |
sé |
(pronome) |
se |
(congiunzione) |
sì |
(avverbio) |
si |
(pronome, nota musicale) |
tè |
(nome) |
te |
(pronome) |
Attenzione:
L’accento grafico è vietato:
>>Sui monosillabi con una sola vocale tre, su, me sta, tra, fa
È invece facoltativo:
>>Sul pronome sé quando seguito da stesso o medesimo sé stesso, sé medesimo
>>Sulle forme del verbo dare per distinguerle da do Do (nota musicale);
dài (preposizione articolata);
dànno (nome).
Inoltre, l’accento grafico è utile sulle parole omografe, ovvero quelle parole scritte nello stesso modo ma che hanno accento e significato diverso:
àncora (nome) |
ancòra (avverbio) |
affétto (verbo) |
affètto (nome) |
accétta (verbo) |
accètta (nome) |
Quando l’accento grafico non è segnalato, possiamo capire la differenza di significato tra due parole in base al contesto della frase. Proviamo:
Le nuvole si muovono leggère nel cielo.
Giulio non ha ancora imparato a lèggere.
Prova a dare un significato alle parole omografe in base al contesto della frase.