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L’«architettura» del corpo

La struttura del corpo è connessa al modo con cui l’animale si muove, si sostiene, si nutre, quindi è un elemento indispensabile per poter fare un po’ di «ordine» nel multiforme e affascinante mondo animale.
Poiché ogni classe, ordine, famiglia, specie animale è diversa l’una dall’altra, gli scienziati sono dovuti giungere alla base delle differenze nella struttura fisica degli animali. Hanno così suddiviso il regno in due grandi gruppi: i vertebrati e gli invertebrati.

La struttura del corpo è connessa al modo con cui l’animale si muove, si sostiene, si nutre, quindi è un elemento indispensabile per poter fare un po’ di «ordine» nel multiforme e affascinante mondo animale.
Poiché ogni classe, ordine, famiglia, specie animale è diversa l’una dall’altra, gli scienziati sono dovuti giungere alla base delle differenze nella struttura fisica degli animali. Hanno così suddiviso il regno in due grandi gruppi: i vertebrati e gli invertebrati.

Dov’è lo scheletro?
Essere vertebrati o non esserlo significa avere o non avere la colonna vertebrale. Poiché l’uomo è un vertebrato, è facile comprendere di cosa stiamo parlando: se con una mano tocchiamo la nostra schiena o quella di un compagno, sentiamo subito che questa è divisa in due parti uguali da un sostegno flessibile, cioè non rigido, che corre lungo tutta la sua lunghezza: questa è la colonna vertebrale. Formata da vertebre disposte l’una dopo l’altra (da cui il nome), la colonna vertebrale è solo una parte di un sistema più complesso: lo scheletro osseo interno che ci sostiene e che protegge i nostri organi. Essere vertebrati, quindi, significa avere una colonna vertebrale e uno scheletro interno. Fanno parte di questo gruppo gli uomini, ma anche tutti i mammiferi, i pesci, gli uccelli, i rettili ecc.
Altri animali invece non hanno una colonna vertebrale e sono detti per questo invertebrati. Essere invertebrati significa anche non avere uno scheletro interno, ma questo non vuol dire che non esiste un sistema di sostegno o il non potersi muovere (il movimento è una caratteristica degli animali!): gli insetti, i ragni, le stelle di mare, sono tutti invertebrati, eppure «camminano» e volano!
Tutti i sistemi adottati dalla natura per far camminare, volare, strisciare gli animali, a modo loro sono elaborati, ma alcuni sono più sofisticati di altri. Questo indica che in base alla struttura del corpo cambia anche il «sistema di controllo», cioè il cervello e il sistema nervoso, che sarà più efficiente in presenza di una struttura fisica più complessità.

Come respiri?
Per muoversi gli animali hanno bisogno di energia (in realtà tutti gli esseri viventi): per questo ci si nutre con regolarità. Il cibo però non basta: per poter attivare tutti i processi impercettibili e vitali che avvengono nelle cellule c’è bisogno di un altro elemento, l’ossigeno. Questa preziosa sostanza si trova nell’aria e nell’acqua, e viene assunto dagli esseri viventi con un processo che si chiama respirazione. Quest’azione è talmente importante che neanche quando si dorme si smette di respirare!
Non tutti gli esseri viventi respirano però allo stesso modo, e in base alla specie entrano in gioco organi diversi:

Respirare con i polmoni. È il modo in cui respiriamo noi, ma anche i grandi mammiferi marini e molti altri animali terrestri di medie e grandi dimensioni. L’aria, carica di ossigeno, passa attraverso la bocca e giunge nei polmoni, che sono speciali sacchi spugnosi. Qui scarica il suo prezioso contenuto nel sangue e si carica di anidride carbonica, per poi fare il percorso al contrario e uscire di nuovo dalla bocca.

Respirare con le branchie. È il modo con cui i pesci, e in generale gli animali acquatici, respirano. Le branchie sono delle lamelle poste ai lati del corpo; l’acqua ricca di ossigeno entra dalla bocca e riesce dalle branchie, che si alzano e si abbassano regolarmente, dopo aver lasciato il proprio carico nel sangue.

Respirare attraverso la pelle. È una modalità tipica degli anfibi: la pelle, sottile, liscia, umida e coperta di piccolissime aperture, lascia passare l’ossigeno.

Respirare attraverso gli stigmi. È il modo in cui respirano gli animali molto piccoli, soprattutto gli insetti. Nella superficie dell’addome si trovano dei piccolissimi fori, gli stigmi, che sono collegati a dei tubicini che diventano sempre più piccoli e riescono a far giungere l’ossigeno a tutte le cellule.

Quale che sia il modo, il prodotto «di scarto» della respirazione è l’anidride carbonica, che una volta espulsa sarà riutilizzata dalle piante durante la fotosintesi clorofilliana. Durante questo processo, infatti, la pianta usa l’anidride carbonica e rilascia come «materia di scarto» proprio l’ossigeno!

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