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L’Europa nello spazio

Assieme ad altri diciassette paesi europei, l’Italia fa parte dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.

Assieme ad altri diciassette paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera) l’Italia fa parte dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.

Fondato nel 1975, l’ente ha sede a Parigi, ma conta sedi distaccate a Villanueva de la Canada (vicino a Madrid), Frascati (nei pressi di Roma), Colonia (in Germania), Darmstadt (a sud di Francoforte) e Noordwijk (nei Paesi Bassi). La sua attività di ricerca è finalizzata a ideare e progettare servizi che sfruttino la tecnologia dei satelliti e ad approfondire le nostre conoscenze sulla Terra e sull’universo, in particolare sul sistema solare.

Uno dei progetti più spettacolari a cui partecipa è quello della Stazione spaziale internazionale (Iss), una piattaforma in orbita a circa 400 km di distanza dalla Terra, a cui collaborano anche Stati Uniti, Canada, Giappone e Russia.

Il primo modulo della stazione, chiamato Zarya, è stato mandato in orbita nel 1998, altri componenti sono stati aggiunti nel corso degli anni: tra questi, il braccio robot Canadarm2 (2001), tre diverse External Stowage Platform (2001, 2005, 2007), il laboratorio spaziale Columbus (2008), i pannelli solari per il rifornimento di energia (2009), il Japanese Experiment Module (lanciato in tre fasi tra il 2008 e il 2009).

L’Iss è costantemente abitata da almeno due astronauti che vengono sostituiti ogni sei mesi; a loro se ne aggiungono altri in numero e per periodi variabili a seconda delle esigenze scientifiche e tecniche. Finora la stazione ha ospitato tre astronauti italiani: Umberto Guidoni, Roberto Vittori e Paolo Nespoli.

A bordo si fa ricerca e si conducono esperimenti in ambiti diversi, dalla biologia alla scienza dei materiali, dalla medicina alla fisica dei fluidi, sfruttando la possibilità di lavorare in un ambiente a microgravità, vale a dire in assenza di peso.

L’Esa è però impegnata su molti altri fronti e partecipa a un gran numero di progetti. Ne ricordiamo alcuni.

Venus Express è la missione ideata per studiare Venere attraverso una sonda lanciata nello spazio nel 2005. La vicinanza di Venere al Sole ha reso più complessa la realizzazione della sonda, dotata di uno schermo termico molto grande e di pannelli solari appositamente adattati. Uno dei risultati della missione è stata la definizione di una mappa dell’emisfero meridionale del pianeta, dalla quale è nata l’ipotesi che un tempo Venere fosse molto più simile alla Terra di oggi, con un oceano e placche tettoniche.

Il satellite Corot, invece, è stato mandato in orbita nel 2006 per indagare sulle stelle e cercare pianeti esterni al sistema solare. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Cnes, l’agenzia spaziale francese.

Con la Nasa, invece, l’Esa ha realizzato Soho, un telescopio che orbita a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra e serve per studiare il Sole. Tra le scoperte che ha permesso di effettuare ci sono le complesse correnti di gas sotto la sua superficie, i rapidi cambiamenti dei campi magnetici e, se pure collateralmente, circa 1500 comete.