Un milione e 600 mila anni fa, un nuovo essere molto più simile all’uomo attuale…
L’Homo erectus
Un milione e 600 mila anni fa, un nuovo essere molto più simile all’uomo attuale lasciò gradualmente l’Africa e, con lente migrazioni all’inseguimento della selvaggina, a poco a poco si diffuse in Asia e in Europa. Intanto continuava la selezione naturale di nuovi tipi umani: più alti, più robusti e decisamente eretti. Proprio questa caratteristica diede il nome alla nuova specie: Homo erectus.
Le necessità della caccia spinsero l’Homo erectus ad essere nomade, ovvero a muoversi seguendo l’espansione della savana. Si spostò infatti dall’Africa verso l’Europa e l’Asia dove sono stati rinvenuti anche resti fossili delle sue ossa.
Tutto ciò comportò il perfezionamento delle sue armi e dei suoi strumenti, inventandone quindi di nuovi. Fu così che ideò l’ascia a mano, la mazza e il giavellotto, vere e proprie armi per difendersi e colpire lontano. L grandi prede venivano cacciate con trappole e con il lavoro di squadra.
Questo lavoro di squadra e le esigenze di ordine all’interno del gruppo portarono a nuove grandi conquiste: l’organizzazione familiare e sociale, una rudimentale forma di linguaggio per comunicare (di poche parole e gesti) e la specializzazione dei compiti. All’interno di una primitiva società si crearono gruppi di raccoglitori e cacciatori. Ogni individuo faceva da sé tutto quello che era indispensabile per la sua esistenza (cacciare, fabbricare utensili e armi…), ma cominciò ad apparire una figura esperta nella realizzazione dei manufatti, che preparava per la comunità utensili specializzati, come punte di selce per la caccia e arpioni d’osso per la pesca.
Infine l’uomo iniziò a organizzare lo spazio e a modificare l’ambiente a proprio vantaggio. L’Homo erectus fu il primo tra i viventi a realizzare ripari, capanne e zone specifiche per esempio per la lavorazione della pietra e la macellazione delle prede.
La conquista più importante dell’Homo erectus non fu tanto la casuale scoperta del fuoco, quanto la capacità di produrlo e di controllarlo. Questa fu una svolta decisiva, perché il fuoco gli permetteva di scaldarsi, difendersi dagli animali pericolosi, illuminare, cuocere il cibo… e soprattutto per la trasformazione delle sue caratteristiche fisiche.
Infatti, l’abitudine di mangiare carne cotta, molto più tenera della cruda, rese superflui – nel corso di millenni – i possenti muscoli masticatori e le enormi mandibole che dovevano reggerli. La selezione naturale ora privilegiava gli individui forniti di mandibole piccole, compensate però da un aumento del volume del cervello. Cioè dell’intelligenza.
L’Homo erectus è una specie di ominide apparso in Africa circa 1,5 milioni di anni fa, poi passato in Europa e in Asia, dove è sopravvisuto almeno fino a 300.000 anni orsono. La sua capacità cranica è ancora ridotta, anche se è assai maggiore rispetto a quella dell’Homo habilis. L’Homo erectus conosceva probabilmente l’uso del fuoco, era capace di esprimersi in un linguaggio articolato, era nomade e si muoveva in tribù di cacciatori.
Nomade: colui che non possiede un insediamento stabile.
Homo erectus: uomo eretto che si sviluppò in Africa circa un milione e mezzo di anni fa.
L’HOMO HABILIS L’HOMO ERECTUS L’HOMO SAPIENS