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L’ingegneria genetica

L’ingegneria genetica è una delle più recenti biotecnologie.

L’ingegneria genetica è una delle più recenti biotecnologie. A essa ci si rivolge con grandi speranze nei settori della ricerca medica, farmacologica, dell’agricoltura e della zootecnia; ma su di essa si concentra anche l’attenzione sospettosa di una parte della pubblica opinione che, alimentata da una stampa non sempre attendibile ed eticamente corretta, teme inaccettabili manipolazioni del genoma umano.

L’ingegneria genetica è in effetti una disciplina che permette di intervenire sul patrimonio genetico di un organismo vivente introducendovi modificazioni ereditabili dai discendenti.

I primi interventi di questo tipo risalgono agli anni Settanta, quando si riuscì a «fabbricare» un piccolo gene, un frammento di dna non sintetizzato per copia da un dna preesistente, e si riuscì a introdurlo e a farlo replicare in cellule di Escherichia coli, un batterio benemerito per l’ingegneria genetica quanto la Drosophila lo è per la genetica classica.

Oggi possediamo macchine capaci di fabbricare in poche settimane geni della lunghezza e della sequenza di basi volute, e siamo in grado di inserirli in qualsiasi tipo di cellula. Il procedimento è il seguente: il gene da trapiantare viene attaccato in provetta al dna della cellula ospite e viene fatto replicare insieme a esso, per assicurarsi che si possa esprimere adeguatamente, cioè fabbricare la proteina codificata; infine viene inserito nella cellula vivente mediante un opportuno dna vettore che funge da trasportatore (di solito un plasmide o un virus).

Se con questi metodi si arriverà a produrre farmaci, alimenti in grande quantità per un Terzo Mondo sempre più affamato, specie di allevamento animali e vegetali più produttive o resistenti, si giustifica una valutazione fortemente positiva, dal punto di vista morale oltre che scientifico, di questa disciplina. Ma occorrerà che la comunità scientifica mondiale stia all’erta con rigore per evitare usi impropri, illeciti e pericolosi di questa nuova scienza.

Al di là delle suggestioni di teorie razziali di infausta memoria, un pericolo serio potrebbe essere l’immissione nell’ambiente naturale di varietà animali o vegetali modificate (mutate artificialmente) senza che se ne possano prevedere gli effetti a lunga scadenza.