Re Erode gridava infuriato. I cortigiani non osavano intervenire per calmarlo, conoscevano le crudeltà di cui era capace il sovrano quando si arrabbiava.
L’IRA DI ERODE E LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
«Come hanno osato farmi questo?», gridava infuriato re Erode, scagliando per terra e contro le pareti il prezioso vasellame della reggia.
I cortigiani greci ed ebrei non osavano intervenire per calmarlo, ben conoscendo le indicibili crudeltà di cui era capace il sovrano quando si arrabbiava.
«Quei ricconi orientali avevano promesso di dirmi dove si nascondeva l’usurpatore», continuava a urlare Erode, «invece, dopo essere stati a Betlemme, sono ritornati in Persia senza passare per Gerusalemme!».
«A chi si sta riferendo?», sussurrò un funzionario greco nell’orecchio di un suo collega ebreo, mentre erano entrambi ben nascosti in un angolo della stanza.
«Ai tre magi che qualche giorno fa erano venuti alla ricerca di un presunto re dei giudei appena nato», rispose l’altro, abbassandosi appena in tempo per evitare un piatto volante!
«Forse è meglio tornare in un momento più tranquillo», propose prudentemente il greco.
«Hai ragione», concordò il collega ebreo, «il re ha già ucciso il cognato, lo zio, i suoceri, la moglie, due dei suoi numerosi figli… e sembra deciso a ucciderne anche un terzo!
«Già, lo stesso Cesare Augusto ha osservato che è meglio essere un maiale di Erode anziché suo figlio…».
L’uomo non aveva ancora concluso la frase che gli occhi del re cominciarono a puntare minacciosamente verso di lui. «Vieni subito qui!», gli ordinò il sovrano. «Chiama i miei mercenari e digli di prepararsi per una spedizione a Betlemme», disse seccamente riprendendo a fatica il controllo dei propri nervi.
«Posso domandarti per quale motivo?», osò chiedere il funzionario, vedendolo più tranquillo. «Tu sei un greco e non puoi capire», rispose Erode, «ma gli ebrei credono ciecamente alle affermazioni dei loro profeti… Se si sparge la voce che in quella cittadina è nato il re dei giudei, come aveva predetto Michea e come sembravano credere quei magi, prima o poi avrò sicuramente un pericoloso pretendente al trono. Quindi risolverò la questione alla radice: facendo sterminare tutti i bimbi di Betlemme, quelli dai due anni in giù!».
L’altro iniziò a balbettare per lo spavento e il disgusto: «Ma… ma, sire, una strage di così vaste proporzioni solleverebbe tutto il popolo contro di te!».
Erode replicò con la sua abituale spietatezza: «Per una ventina o, al massimo, una trentina di piccoli abitanti della cenciosa Betlemme? Nessuno ci farà caso, da’ retta a me!».
Mentre i mercenari preparavano le loro armi per il triste compito che li attendeva, Maria e Giuseppe non si erano ancora allontanati dalla cittadina nella quale erano giunti a causa del censimento. Tutto il tempo che avevano era dedicato alle cure del loro bambino appena nato, Gesù.
Una notte, mentre riposava, Giuseppe fece un sogno. Un angelo gli si avvicinava e gli diceva: «Prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta lì finché non ti avviserò. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo!».
CHI SONO I PROFETI?
I profeti erano gli uomini scelti e chiamati da Dio per portare al suo popolo la sua parola. Parlavano perciò in nome di Dio per aiutare tutti a capire gli eventi della storia alla luce della sua volontà.
Qualche volta portavano un messaggio di consolazione nei momenti difficili, dando coraggio e forza a tutti per superarli, altre volte portavano un messaggio di conversione e di giustizia, per molti più difficile da accettare. Per questo motivo alcuni di loro hanno sofferto molto l’incomprensione della gente e sono stati perseguitati.
Loro o i loro discepoli hanno lasciato delle parole scritte, che poi sono state sistemate e raccolte nella Bibbia. Perciò capiterà ancora di sentire i loro nomi: Isaia, Geremia, Ezechiele e altri ancora. Uno di essi è Michea, che è famoso soprattutto per aver indicato il luogo della nascita del Messia.