Nonostante il dilagare incontenibile della fotografia digitale, che ha in parte provocato il ridimensionamento…
Nonostante il dilagare incontenibile della fotografia digitale, che ha in parte provocato il ridimensionamento dell’approccio «artigianale» a tale disciplina, la fotografia artistica ha saputo mantenere un livello qualitativo sempre molto alto nello scorcio del XX e all’inizio del XXI secolo, soprattutto in Germania e negli Stati Uniti. Tra i principali esponenti della scuola tedesca, formatisi nella Kunstakademie di Düsseldorf con i coniugi Bernd e Hilla Becher, sostenitori del bianco e nero, si ricordano: Thomas Struth, Andreas Gursky e Thomas Ruff.
Partito dalla lezione rigorosa dei Becher, grazie alla quale ha realizzato foto di città di estrema precisione, dagli anni Ottanta Struth (1954) ha cominciato a diversificare i suoi soggetti, immortalando anche persone, fiori, monumenti storici (Pantheon, 1990; Frari a Venezia, 1995), accentuando inoltre – grazie all’uso costante del banco ottico – il livello di realismo dei suoi lavori.
Piegatosi precocemente alla tecnologia digitale, a differenza di molti allievi dei Becher, Gursky (1955) adotta il colore e predilige le foto di grande formato, nelle quali ritrae solitamente grandi spazi urbani o edifici istituzionali, come ben dimostrano Times Square (1997), nella foto sottostante e Bundestag (1998).
Anch’egli passato gradualmente al colore, ma con alle spalle un’attività giovanile dedicata al rigoroso bianco e nero in puro stile Becher, Ruff (1958) ha realizzato nel 1995 una serie di inquietanti vedute notturne a infrarossi intitolata Notte, ispirata alle riprese televisive della prima guerra del Golfo (1990-1991).
Tra i più originali fotografi della scuola statunitense, senza dimenticare l’ultima attività del grande Robert Mapplethorpe (1946-1989), merita citare: Joel-Peter Witkin e Andrés Serrano. Artista complesso, autore anche di sculture e assemblaggi, Witkin (1939) è celebre per fotografie in cui trovano spazio citazioni colte da opere d’arte del passato e al contempo pastiche decadenti con scheletri, parti anatomiche mozzate, corpi deformi, allegorie luttuose. In parte accostabile a quella più funerea di Witkin è la ricerca dell’ispanico Serrano (1950), che ha esordito con fotografie di impronta surrealista di estrema ricercatezza formale. Provocatore graffiante e mai banale, attratto spesso da soggetti sacri, ha suscitato scandalo con Piss Christ (1987), un crocifisso immerso nell’urina dell’autore nella foto, e con la serie The Morgue (1993), presentata alla Biennale di Venezia, con iperrealistici primi piani di cadaveri.