Dopo tanto peregrinare, Maria e Giuseppe trovarono infine il luogo dove ripararsi.
Giuseppe disse: «possiamo andare in quella grotta. È una stalla e il suo proprietario non ha nulla in contrario.»
LA NASCITA DI GESÙ
Dopo tanto peregrinare, Maria e Giuseppe trovarono infine il luogo dove ripararsi.
«Ecco», disse Giuseppe alla fine della sua ricerca, «possiamo andare in quella grotta. È una stalla e il suo proprietario non ha nulla in contrario. Cercheremo di adattarci».
«Entriamo subito», rispose Maria con voce sempre più flebile, «sento che il momento si avvicina sempre di più».
II bambino nacque lì, tra un asinello e un bue, come il più povero tra i poveri.
Maria lo avvolse nelle fasce, mentre Giuseppe preparò la culla nella paglia della mangiatoia.
Nelle campagne intorno alla città, i pastori vegliavano le loro greggi. Essendo persone semplici, a volte disprezzate, e trascorrendo una vita errabonda, sempre alla ricerca di nuovi pascoli, non potevano seguire tutte le prescrizioni della religione ebraica: per questo erano considerati peccatori. Per una persona onesta era addirittura sconveniente andare da loro per comprare la lana o il latte!
Ma Gesù, come scelse di nascere in un’umile famiglia nel più umile dei luoghi, volle che i primi ad accorrere alla sua presenza fossero proprio loro: gli umili pastori.
Una forte luce avvolse le campagne circostanti e in mezzo a essa comparve un angelo del Signore: «Io vi annuncio una grande gioia per tutto il popolo. Oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, il Messia. Lo troverete in una mangiatoia, avvolto in fasce».
I pastori si affrettarono a dirigersi verso la grotta come aveva indicato l’angelo e, quando la trovarono, entrarono per rendere visita al piccolo Gesù.
Anche i magi tornarono a vedere la stella e la seguirono fino al luogo in cui si trovava il bambino.
«Siamo arrivati», disse Melchiorre, «prendiamo i nostri scrigni e portiamo il loro contenuto in dono al Messia».