Intanto a Nazareth quasi tutti gli abitanti erano già andati a dormire. Tra i pochi rimasti svegli c’era Gesù.
LA NOTTE DELLE DECISIONI
Intanto a Nazareth, nella vicina regione della Galilea, quasi tutti gli abitanti erano già andati a dormire. Tra i pochi rimasti svegli c’era Gesù.
Stava in camera, nella modesta abitazione della mamma, ed era assorto in meditazione: aveva compiuto da poco trent’anni e questo fatto aveva delle conseguenze, per lui e per tutta l’umanità.
«È arrivato il tempo che me ne vada nel mondo a predicare la buona novella del regno di Dio», pensava, «dovrò occuparmi degli affari di mio Padre».
Da un po’ di tempo Maria si era accorta dell’inquietudine di Gesù e aveva capito che stava per prendere una decisione importante. Così, dopo aver lavato le stoviglie, decise di entrare nella camera del figlio per parlargli.
«Madre…», mormorò Gesù quando la vide aprire la porta.
«Va tutto bene», rispose lei alzando la lampada a olio per illuminare meglio la stanza, «so cosa stai pensando».
«Davvero?».
«Lo sapevo che una volta cresciuto te ne saresti andato. Quel tempo è venuto».
Gesù abbassò la testa e chiuse gli occhi: «Sì, madre, purtroppo devo farlo».
«Prima che tu nascessi un angelo parlò al tuo papà», spiegò Maria abbassandosi verso il figlio e parlandogli teneramente, «gli disse di darti il nome di Gesù, e predisse che avresti salvato la tua gente dal peccato. Se Giuseppe fosse ancora vivo sono sicura che egli sarebbe fiero come lo sono io, nel vederti andare per le vie del mondo portando la parola di Dio. Vai, figliolo… va’!».
«Ti voglio tanto bene», rispose commosso Gesù, inginocchiandosi davanti a lei.
Maria gli diede un bacio sulla fronte e l’accompagnò all’uscio, guardandolo a lungo, mentre si allontanava per le strade deserte di Nazareth.
Il freddo della notte le sembrò ancora più pungente di quanto non fosse in realtà.