Le stelle hanno una propria «storia»…
Le stelle hanno una propria «storia»: nascono, crescono e, alla fine di un lunghissimo ciclo evolutivo, scompaiono.
Non tutte però muoiono allo stesso modo. Quelle di massa più modesta – fino a otto volte il nostro Sole – si trasformano in «nane bianche», corpi celesti piccolissimi ma incredibilmente densi (fino a una tonnellata per centimetro cubo!), circondati da enormi nebulose e destinati a spegnersi nel tempo.
Le stelle più grandi, invece, vanno incontro alla «morte» trasformandosi in «supergiganti» – i corpi celesti più grandi e luminosi – per poi esplodere in modo catastrofico.
Questo evento, conosciuto con il nome di «supernova», è uno dei più violenti che si conoscano: dall’esplosione, che può durare pochi mesi, scaturisce un’energia pari a quella che il Sole emetterebbe in 10 miliardi di anni.
La stella può esserne distrutta totalmente – e questo è quanto avviene nella maggioranza dei casi – oppure soltanto in parte; allora ne resta un residuo compatto, a densità straordinariamente elevata, detto «stella di neutroni». Stelle ancora più grandi esplodono per poi collassare lasciando al proprio posto dei «buchi neri», oggetti la cui densità è così alta da attrarre e inglobare in sé i corpi vicini e da impedire perfino alla luce di sfuggire.
Si stima che nell’esplosione gli strati più esterni della stella siano espulsi a una velocità compresa tra 10.000 e 15.000 km al secondo, e che lo spazio circostante venga potentemente compresso dal fronte d’urto dei materiali gassosi in rapida espansione. Le nubi espulse sono ricche di carbonio, ossigeno, azoto e ferro, tutti elementi formatisi nelle reazioni nucleari che interessavano il cuore della stella prima dell’esplosione; ciò determina l’istaurarsi delle condizioni adatte perché si formino nuove stelle e nuovi sistemi stellari. Pertanto, benché siano fenomeni altamente distruttivi, le supernove rappresentano un elemento fondamentale per l’evoluzione dell’universo, con implicazioni che ci toccano molto da vicino: sono infatti il meccanismo più efficiente di arricchimento chimico delle galassie, e mentre eliminano le stelle più «vecchie» favoriscono la nascita di nuovi corpi celesti. L’esplosione stellare più nota agli astronomi moderni è la Supernova 1987a, rilevata nel febbraio del 1987 nella Grande Nube di Magellano, alla distanza di 160.000 anni luce dalla Terra, ma effettivamente avvenuta circa 170.000 anni fa. Il resto di questa supernova è uno degli oggetti celesti più osservati di tutti i tempi.