L’Islanda è un’isola di origine vulcanica, geologicamente giovane…
L’Islanda è un’isola di origine vulcanica, geologicamente giovane – ha circa 20 milioni di anni – e ancora in corso di formazione.
La sua geologia è molto particolare: osservando il territorio, sembra che la dorsale medio-atlantica esca dagli abissi marini per formare proprio quest’isola. È infatti la più grande parte emergente della lunga dorsale medio-atlantica ed è l’espressione, terrestre e visibile, di ciò che troveremmo nella dorsale medio-oceanica al di sotto della superficie marina.
La sua formazione è stata caratterizzata da diverse fasi di attività vulcanica, ed è proprio una faglia vulcanica quella che attualmente divide l’isola in due parti (lungo un asse che va da sud-ovest a nord-est) che si separano in continuazione a una velocità di circa 2 centimetri all’anno. L’Islanda ha quindi un’origine esclusivamente vulcanica e l’intensa attività vulcanica è ben visibile tutt’oggi con moltissimi vulcani sparsi per tutta l’isola: se ne contano circa 130 attivi (in geologia si considerano tali quelli che hanno eruttato almeno una volta negli ultimi 10.000 anni). Alcuni, come Hekla e Krafla, hanno eruzioni considerevoli ogni 10 anni circa.
Il tipo di attività vulcanica dell’Islanda è quello delle eruzioni lineari, in cui la lava fuoriesce da una frattura e, quando l’eruzione termina, le distese di lava nascondono la bocca eruttiva. Un’eruzione lineare differisce quindi da una normale eruzione vulcanica perché il materiale fuoriesce da una lunga fessura invece che da una bocca eruttiva centrale. Su questa frattura viene successivamente costruito il cono.
L’Isola è quindi composta interamente da materiali vulcanici, per la maggior parte da enormi strati di colate laviche successive, specialmente basaltiche, che risalgono dal fondo oceanico lungo la dorsale medio-atlantica. Esse si sono accumulate a partire dall’era terziaria e formano, all’interno, altipiani che spesso superano i 500 m d’altezza.
Un’idea di come l’Islanda possa essersi formata si è avuta nel 1963 quando, non lontano dalle coste islandesi, ha cominciato a formarsi dal mare una nuova isola vulcanica: dopo le prime emissioni di vapore che spuntavano dalla superficie marina, una serie di effusioni laviche ha cominciato ad accumularsi dal fondo oceanico e in poco tempo ha formato l’isola di Surtsey, alta oggi fino a 170 m.
Una conseguenza degli intensi fenomeni vulcanici è l’abbondanza di geyser (getti periodici di acqua calda e vapore dal sottosuolo) e di sorgenti calde, che hanno un’importanza economica tutt’altro che trascurabile grazie alla massiccia produzione e allo sfruttamento dell’energia geotermica, in cui l’Islanda è all’avanguardia: l’acqua calda e il vapore che escono da fori trivellati, una volta incanalati in apposite tubature, possono essere utilizzati per far muovere turbine che producono energia elettrica o direttamente per riscaldare le case (teleriscaldamento).