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Diffusa nella tundra attorno a tutto il Circolo Polare Artico, la volpe polare (Alopex lagopus) è l’unico canide vivente il cui mantello cambia colore a seconda della stagione; bianco candido in inverno, ideale per confondersi nella neve, in estate il pelo acquista tonalità bruno-grigiastre. Nelle razze che vivono in zone poco innevate, come ad esempio la volpe azzurra, la livrea invernale è solo leggermente più chiara di quella estiva e presenta riflessi argentei.
La volpe polare si nutre di piccoli roditori, e più elevato è il loro numero, più è alta la possibilità di sopravvivenza per la numerosa prole: la femmina partorisce infatti dai dodici ai venti piccoli per ogni cucciolata. Quando le prede sono numerose, le popolazioni della volpe accrescono numericamente a tal punto che, nella stagione successiva, molti individui non riescono a trovare cibo a sufficienza e muoiono di fame.
Il passato della volpe
Nell’ambito della famiglia, la volpe polare è l’unico rappresentante del genere Alopex, e appartiene al gruppo dei canidi simili alla volpe. Da un punto di vista tassonomico, le antiche classificazioni assimilavano i canidi ad animali come i procioni e gli orsi, mentre è più moderna l’ipotesi che vi sia da considerare piuttosto una somiglianza filogenetica con i felidi.
Animali di aspetto simile agli odierni canidi comparvero oltre 35 milioni di anni fa, nell’oligocene. Avevano corporatura agile, atta alla corsa e unghie forti ma non affilate. Al pliocene superiore risalgono invece i resti riferibili alle prime volpi e a primi lupi comparsi sulla Terra. Altri canidi, soprattutto le specie del Sudamerica, si sono differenziati in epoche molto più remote.
IL TRICHECO LA VOLPE POLARE