La steppa ad artemisie si estende tra i territori aralo-caspici e le pendici occidentali dell’Himalaya…
La steppa ad artemisie si estende tra i territori aralo-caspici e le pendici occidentali dell’Himalaya, dove cespugli e pulvini sono in grado di resistere alle difficili condizioni di aridità e di elevata concentrazione di sali al suolo.
La vegetazione dominata da artemisie costituisce in realtà un ecosistema di transizione tra le fasce delle steppe, le praterie propriamente dette e il semideserto delle alofite, che prelude alle desertiche distese del Gobi, del Turkestan, della penisola arabica, dell’Africa settentrionale e degli Stati Uniti centromeridionali.
Dietro l’incalzare del clima e della flora delle foreste, le artemisie sono sfuggite all’estinzione concentrandosi in siti ricchi di nitrati, sulle fessure delle rupi calcaree, su gessi e serpentini e sulle dune dei litorali; gli imponenti depositi di polline presenti nei sedimenti di laghi e nelle torbiere dell’emisfero settentrionale possono testimoniare l’assenza di vegetazione arborea durante le crisi climatiche dell’era glaciale.
Belle e buone
La famiglia delle composite, alla quale appartiene l’artemisia, è la più vasta della classe delle dicotiledoni poiché comprende dalle 15.000 alle 20.000 specie, a seconda delle valutazioni. Si tratta di piante erbacee, raramente arbustive.
Caratteristica di queste piante è l’infiorescenza a capolino, costituita da un ricettacolo dilatato, più o meno convesso, sul quale sono inseriti – come spilli su un puntaspilli – numerosissimi fiori sessili. Tra le composite spiccano molte delle piante che ornano con bellissimi fiori i nostri prati, ad esempio la margherita, il fiordaliso, il vistoso girasole, ma anche piante note soprattutto per il loro utilizzo in cucina, come la lattuga, la cicoria, il carciofo.
LA PRATERIA LE ARTEMISIE IL BISONTE AMERICANO