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Le cose che bisogna sapere

Guardando un neonato nella culla, vestito, è veramente difficile distinguere se si tratta di un maschio o di una femmina: a volte è solo il tenero e convenzionale colore degli indumenti che lo proteggono a dare un’indicazione sul sesso.

Guardando un neonato nella culla, vestito, è veramente difficile distinguere se si tratta di un maschio o di una femmina: a volte è solo il tenero e convenzionale colore degli indumenti che lo proteggono a dare un’indicazione sul sesso.

Osserviamolo mentre gli vengono cambiati i pannolini o viene lavato: ora sì che riconosciamo che è maschio o femmina!
A differenziare i sessi sono i caratteri sessuali primari; la presenza degli organi destinati alla riproduzione, con caratteristiche diverse nei due sessi, consente infatti il riconoscimento del sesso quando non sono ancora comparsi i caratteri sessuali secondari. Questi compariranno nella pubertà con modifiche nel timbro della voce e nella distribuzione della peluria, con la presenza delle ghiandole mammarie e con un diverso sviluppo scheletrico e muscolare. L’apparato riproduttore maschile è composto da due ghiandole, i testicoli, rivestiti da un sacco (scroto) sporgente dal corpo; i testicoli hanno il compito di produrre gli spermatozoi e convogliarli, attraverso il condotto o dotto deferente, nelle vescichette seminali.

Qui gli spermatozoi rimangono sospesi in un liquido (sperma) che li mantiene in vita ed è prodotto dalle stesse vescichette e da un’altra importante ghiandola (la prostata). La prostata è attraversata da un canale, l’uretra, che espelle all’esterno sia l’urina proveniente dalla vescica sia lo sperma. È la prostata che, nel momento in cui lo sperma viene emesso (eiaculazione), chiude l’apertura in comunicazione con la vescica impedendo che i due liquidi possano mescolarsi.

L’uretra corre lungo un organo (pene) che ha così il compito sia di eliminare l’urina sia di depositare gli spermatozoi all’interno dell’organo riproduttore femminile, durante l’accoppiamento. In questo modo gli spermatozoi (circa 60 milioni per centimetro cubo) possono raggiungere la cellula femminile.

L’apparato riproduttore femminile comprende una parte esterna, la vulva, con la quale comunica la vagina: un canale muscolare particolarmente elastico che deve dilatarsi per consentire il passaggio del feto al momento del parto. Alla vagina, che ha il compito di accogliere l’organo riproduttore maschile nel momento dell’accoppiamento, segue l’utero, organo cavo a forma di sacco. Ai lati dell’utero e comunicanti con esso si trovano le ovaie: due ghiandole che provvedono alla produzione delle cellule uovo. La cellula uovo matura si dirige, attraverso un canale (l’ovidutto), verso l’utero. Ed è proprio nell’ovidutto che avviene la fecondazione, l’incontro tra cellula uovo e spermatozoo.

Grazie alla loro particolare forma gli spermatozoi riescono a muoversi, nuotando nel liquido seminale, risalendo così, attraverso la vagina, fino all’utero e all’ovidutto.

Gli spermatozoi sono formati da una testa, in cui è contenuto il nucleo, e da una coda (flagello) che consente loro rapidi movimenti; misurano circa 50/1000 di mm mentre la cellula uovo ha il diametro di circa 0,15 mm!

L’apparato riproduttore maschile è in gran parte esterno e più semplice, mentre quello femminile è quasi totalmente interno e più complesso. In particolare la differenza riguarda i canali che conducono le cellule riproduttive dal luogo in cui si formano a quello della fecondazione. Tali differenze dipendono dal meccanismo della riproduzione: all’apparato riproduttore femminile spetta il compito di accogliere l’uovo fecondato (lo zigote) per tutto il suo sviluppo e fino al momento del parto. Ecco quindi la necessità della presenza dell’utero e del verificarsi di quel fenomeno detto ciclo mestruale che accompagna la donna dalla pubertà fino alla menopausa e che è la testimonianza che ogni 28 giorni l’utero si è modificato per accogliere l’eventuale uovo fecondato.